Il film di Josh C. Waller è un concentrato di sana e pura violenza. Sangue, sudore, adrenalina, combattimenti mortali. E una grande Zoë Bell contro tutti.
Prendete delle giovani donne, rinchiudetele in delle celle sotterranee e a turno fatele combattere l’una contro l’altra fino alla morte. Chi vince resta in vita. Chi perde muore. A chi si rifiuta di combattere viene uccisa la persona più amata. Questo è il sadico gioco che una coppia di folli coniugi organizza ogni anno per intrattenere un pubblico di ricchi annoiati, in cerca di emozioni forti. Se la trama del film non è una gran novità (Hunger Games meets Battle Royale meets Hostel) lo è certamente il contenuto, con l’esordiente Josh C. Waller che ci mette sul piatto un bel po’ di violenza semplice e gratuita e tanto tanto sangue.
La protagonista del film, nonchè punto di forza assoluto di Raze, è Zoe Bell, supportata da un cast di donne cazzute e dai visi più o meno conosciuti (da Rachel Nichols a Tracie Thoms, da Rebecca Marshall a Rosario Dawson, che fa una comparsata giusto per farsi distruggere il suo bel faccino). Come ho già detto, la storia è solo un pretesto per mostrarci combattimenti cruenti e sangue che schizza ovunque. Avete presente Jessica Alba presa a pugni da Casey Affleck in The Killer Inside Me? Ecco, giusto per farvi un’idea. Ovviamente Sabrina è la nostra eroina e non può non avere un’antagonista degna di questo nome: ecco che quindi compare Phoebe (la Marshall), pazza psicopatica che combatte per il gusto di uccidere e che fa di tutto far andare su tutte le furie la più pacata Sabrina. Ovviamente ci sarà una resa dei conti finale. Ma non solo. Zoë Bell col passare dei minuti ci ricorda sempre di più Beatrix Kiddo (della quale fece proprio la controfigura in Kill Bill), mentre Wallace dopo un’ora di pugni in faccia e calci nello stomaco prepara con cura un finale esplosivo che è la vera ciliegina sulla torta di un film che presenta al suo interno molte immagini dirette e crude. Wallace non gira di certo uno splatter, ma quasi sempre ci concede una sbirciatina al colpo che va a segno sulla faccia della malcapitata di turno. In poche parole fa quello che ogni regista che gira un film di botte dovrebbe fare: mostrarci le botte in primo piano senza fuori campo anestetizzanti e inutili.
Ci sono teste spaccate contro il muro, occhi spinti dentro alle orbite, gole tagliate e chi più ne ha più ne metta. Il tutto all’interno di una cornice surreale nella quale l’ottimo Doug Jones e Sherilyn Fenne interpretano gli aristocratici burattinai a capo di tutto il “gioco”. Con Raze (presentato lo scorso anno al Tribeca) siamo in zona grindhouse ed exploitation con qualche piccola concessione ai clichè del cinema più classico (i sentimenti che Sabrina prova per la figlia, abbandonata alla nascita, che vengono fuori col passare dei minuti fino al liberatorio urlo finale) che non intacca comunque un film costruito letteralmente per spaccare, cosa che fa con grande nonchalance. Senza grandi pretese e senza voler strafare, Josh C. Wallace indovina tutte le mosse e realizza uno degli action movie più coinvolgenti degli ultimi tempi. Da vedere.
About Rael Montecucco
Classe 1985. Nato sulla West Coast, cresce tra Dylan Dog, Romero, Argento, Lynch e Faith No More. La musica ed il cinema riempiono la sua vita praticamente da sempre, due punti di riferimento senza i quali si troverebbe perso. Nel 2010 si laurea a pieni voti in cinema e video presso l'Università di Pisa, con una tesi su Matthew Barney. Nel gennaio 2012 è co-fondatore del blog glisbandati.tumblr.com.
Ama l'horror e il grottesco, il gore e le atmosfere dark, con una passione particolare per tutto ciò che si può definire weird. Toglietegli i Wayfarer e diventerà cenere.