Vincitrice all’ultimo Fantastic Fest e premiato al Toronto Film Festival, l’opera prima di Derek Lee e Clif Prowse è brillante e coinvolgente. Ed è ambientata in Italia.
Mockumentary o found footage che dir si voglia, Afflicted è un film che colpisce in primis per la freschezza con cui tratta i suoi argomenti. Il solo fatto che i due registi, Lee e Prowse, si presentino nel ruolo di loro stessi all’inizio del film è già una cosa curiosa. I due giovani canadesi infatti guardano in camera e ci dicono da subito che partiranno per un viaggio intorno al mondo, documentando in video tutte le loro avventure e mettendole online in un blog, sul quale il pubblico potrà interagire con loro. Se in Spagna tutto va alla grande, a Parigi capiterà un imprevisto (non spoilero) che i due si porteranno dietro in Italia, dove per i ragazzi inizierà un vero e proprio incubo. Dopo Barcellona e Parigi, Derek e Clif da bravi turisti arrivano in Liguria, alle Cinque Terre, dove Clif inizierà ad accusare strani sintomi: in breve si accorgerà di essere vittima di una vera e propria mutazione, che lo porterà a trasformarsi in qualcosa di mostruoso. Da quel momento il viaggio diventerà una corsa frenetica piena di sangue e adrenalina, alla ricerca di una soluzione che sembra essere sempre più irraggiungibile col passare dei minuti.
Partiamo subito da una premessa: quanto può essere figo guardare un horror d’oltreoceano girato in Italia? Molto. Se poi il film in questione non è un b-movie da quattro soldi ma un’opera ben prodotta e ben girata ancora di più. E se oltretutto il film è girato in luoghi a te familiari e che vedi (quasi) tutti i giorni diventa quasi entusiasmante. Casualmente chi vi scrive frequenta proprio i posti nel quale è girata la maggior parte del film (La Spezia-Cinque Terre) e vedere su schermo un essere assetato di sangue che gira per strade a te familiari fa un certo effetto. Già, perchè l’ambientazione gioca un ruolo fondamentale in Afflicted: se la maledizione che colpisce i due protagonisti prende corpo in una città magica e misteriosa come Parigi, il piccolo paesino di Vernazza, coi suoi vicoli e le sue casette arroccate, diventa presto una sorta di prigione per i due, impossibilitati a scappare e costretti a guardare gli eventi precipitare sempre di più. E’ dura trattenersi dal dire di più su ciò che accade negli 83 minuti del film di Lee e Prowse, ma posso assicurarvi che racchiude molte delle caratteristiche che servono ad un buon film horror per evitare il fallimento: colpi di scena, tensione, zero momenti morti, sangue ed effetti speciali ben costruiti.
Prendete Chronicle (il film di Josh Tank che in qualche modo ha rinnovato il genere del found footage), togliete la deriva da disaster movie fantascientifico e conditelo in salsa V/H/S: sarete vicini ad Afflicted, che non molla per un attimo i due protagonisti, mostrandoci la loro parabola discendente verso l’inferno senza filtri. Certo, si poteva fare di più in fase di scrittura e parte del finale non risulta essere un granchè, ma ciò che conta è la freschezza con cui il film dei due registi canadesi si presenta. Un film che vale la pena guardare e che ci fa chiedere ancora una volta come mai non sia possibile in Italia girare film horror del genere. Basterebbe poco. Accontentiamoci.
About Rael Montecucco
Classe 1985. Nato sulla West Coast, cresce tra Dylan Dog, Romero, Argento, Lynch e Faith No More. La musica ed il cinema riempiono la sua vita praticamente da sempre, due punti di riferimento senza i quali si troverebbe perso. Nel 2010 si laurea a pieni voti in cinema e video presso l'Università di Pisa, con una tesi su Matthew Barney. Nel gennaio 2012 è co-fondatore del blog glisbandati.tumblr.com.
Ama l'horror e il grottesco, il gore e le atmosfere dark, con una passione particolare per tutto ciò che si può definire weird. Toglietegli i Wayfarer e diventerà cenere.