Uno dei debutti più interessanti degli ultimi anni. Originale, crudo e pieno di suspense, il film di Zachary Donohue vi terrà lontani da Chatroulette per un bel po’ di tempo.
E poi, quando non te l’aspetti, arriva un film come The Den. Ricordate The sick thing that happened to Emily when she was younger? L’episodio di V/H/S girato da Joe Swanberg? Ecco, quello è il punto di partenza per farvi un’idea del tipo di film a cui andrete incontro. Da subito siamo proiettati all’interno del pc di Elizabeth (Melanie Papalia), studentessa di social media, che ottiene una borsa di studio per fare una ricerca su un sito chiamato appunto The Den, che altro non è che un incrocio tra Chatroulette e Skype. Per tutto il film vedremo ciò che accade alla ragazza solo attraverso il desktop del suo computer, tra conversazioni in webcam e spiacevoli imprevisti. E vedremo come una vita può andare in pezzi semplicemente stando seduti davanti ad uno schermo.
Se Donohue parte dall’idea base già usata in maniera geniale da Swanberg, col passare dei minuti riesce abilmente a dare un’impronta personale al film, dirigendolo verso percorsi inaspettati e sempre più oscuri. La misteriosa ragazza asiatica che si mostra solo attraverso un avatar con la quale Liz chatta all’inizio del suo progetto universitario (passare 24h su 24 connessa a The Den per fare un’indagine sociologica sugli utenti del sito) diventerà presto una presenza inquietante, finchè una sera l’avatar non lascerà il posto ad un filmato nel quale la ragazza viene letteralmente sgozzata. Liz si rivolgerà alla polizia, ma il video verrà ritenuto un fake. Da quel momento la vita di Elizabeth si trasformerà in un inferno. Un hacker entrerà nel suo pc, rubando informazioni sulla sua vita e sulle persone a lei vicine. Siamo di fronte ad uno stalker che si diverte a terrorizzare persone random online? Se fossimo davanti ad un horror banale e standard la risposta sarebbe sì. Ma è qui che The Den ci mostra il meglio di sè, smarcandosi a sorpresa e trasformandosi in qualcosa di diverso, in qualcosa che non ti aspetti…
Non aggiungo altre info su ciò che accadrà alla protagonista del film perchè sarebbero solo spoiler dannosi. Sappiate solo che la storia scritta a quattro mani da Zachary Donohue e Lauren Thompson riserva molte sorprese. The Den è difficile da catalogare perchè al suo interno troviamo la realtà fittizia e surreale di V/H/S ma anche il sangue e la degenerazione del primo Hostel, passando per momenti da slasher più classico. Il regista gioca con il mondo di internet e della tecnologia, usando a suo vantaggio ogni programma, sito, applicazione e social che fanno parte della nostra vita di tutti i giorni, facendoci immedesimare facilmente nella protagonista e nella sua caduta verso il baratro. E’ evidente il modo in cui Donohue prende in giro la nostra dipendenza dal mondo virtuale, puntando sulle nostre paure più nascoste e trasformandole in incubi dai quali non vi sono vie di fuga.
The Den è in definitiva un horror da vedere, che mette sotto i riflettori il talento di un esordiente come Zachary Donohue e che in parte prova a rilanciare l’ormai usurato mondo del found footage. Un film fresco e originale che non ha paura di mostrare sangue e uccisioni, cose sempre gradite a noi tutti.
About Rael Montecucco
Classe 1985. Nato sulla West Coast, cresce tra Dylan Dog, Romero, Argento, Lynch e Faith No More. La musica ed il cinema riempiono la sua vita praticamente da sempre, due punti di riferimento senza i quali si troverebbe perso. Nel 2010 si laurea a pieni voti in cinema e video presso l'Università di Pisa, con una tesi su Matthew Barney. Nel gennaio 2012 è co-fondatore del blog glisbandati.tumblr.com.
Ama l'horror e il grottesco, il gore e le atmosfere dark, con una passione particolare per tutto ciò che si può definire weird. Toglietegli i Wayfarer e diventerà cenere.