Riprende la quarta stagione di The Walking Dead, ma le perplessità rimangono.
Dopo la pausa invernale, The Walking Dead ha ripreso con una puntata il cui titolo spiega già tutto: Smarriti, perché smarriti sono i personaggi dopo la distruzione della prigione, ognuno alla ricerca di un nuovo rifugio dove continuare a sopravvivere, ma smarriti sono anche gli appassionati che si sono trovati davanti una puntata ancora una volta interlocutoria, senza precise indicazioni sulla strada che la serie vorrà prendere.
Se da un lato, questa decisione è comprensibile ed è perfettamente in linea con il lavoro degli sceneggiatori (a una puntata molto movimentata, ne segue sempre una più riflessiva, a maggior ragione dopo una pausa di oltre due mesi), dall’altra sarebbe doveroso aspettarsi qualcosa di meglio da un mondo infestato dagli zombie. Certo, in questa puntata ce ne sono in abbondanza e alcuni anche pericolosi, ma le scelte degli autori si confermano unidirezionali, vorrebbero osare ma alla fine tirano il freno a mano.
La storia sembra, quindi, destinata a svilupparsi all’interno dello scontro generazionale tra Carl e Rick che si propone come nuovo tema centrale del proseguo della quarta stagione, col bambino ansioso di dimostrare al padre di essere cresciuto ed essere in grado di pensare a se stesso, ma anche pronto a rinfacciargli alcune scelte fatte in passato e ricadute poi sul gruppo, e dall’altra parte un uomo ferito e allo sbando, che ha perso ogni punto di riferimento, in piena crisi di identità. Ciò, mentre i vari personaggi provano a ritrovarsi per ricominciare daccapo, tutti insieme, per l’ennesima volta. Prima fra tutti Michonne, sulla quale, finalmente, si comincia a conoscere il passato: un personaggio ancora tutto da scoprire, interessante e ammaliante, uno di quelli che sembrano portarsi l’apocalisse sulle spalle.
About Marcello Gagliani Caputo
Giornalista pubblicista, scrive racconti (Finestra Segreta Vita Segreta), saggi sul cinema di genere, articoli per blog e siti di critica e informazione letterario cinematografica, e trova pure il tempo per scrivere romanzi (Il Sentiero di Rose).