La scomparsa di un bambino e dieci anni che separano quel fatto dalla vita di Mike Calabritti, esordiente schiacciato dal successo inatteso del suo primo romanzo. La scelta di trasferirsi nel paese di Pizzoferrato è casuale o nasconde qualcosa che persino Mike ignora?
La morte, come assenza e mancanza è il fulcro di L’urlo bianco, evocativo titolo del romanzo di Antonio Ferrara, edito dal Il Foglio Letterario. Un thriller soprannaturale ambientato nella provincia chietina, tra boschi e dirupi dove il silenzio può essere più minaccioso di qualunque grido. All’interno del romanzo il racconto vincitore del Premio Crawford 2013, Non è nulla di Simone Carletti.
Dalla prefazione di Stefano Pastor: Cos’è la morte? Questa è la domanda che sempre ha ossessionato l’uomo, il mistero che le religioni hanno cercato di svelare. Se la razionalità tende a considerare la morte la fine di tutto, il cuore impedisce di accettarlo. È il fondamento stesso di ogni religione: la vita è un passaggio, e qualcosa ci attende dall’altra parte. Una forma d’intelligenza, un creatore, in grado di giudicarci.
Cosa resta, allora?
Sinossi. Nel dicembre del 1993 in un piccolo paesino arroccato sui monti della provincia di Chieti sparisce un bambino. Dieci anni dopo, Mike Calabritti decide di partire per quel luogo, schiacciato dal successo del primo romanzo e incapace di ritrovare una nuova ispirazione. Pizzoferrato sembra essere il luogo adatto per ritrovare se stesso, lontano dalla confusione e dai tanti impegni di una vita cambiata troppo in fretta, ma in quel luogo alberga qualcosa in cerca di chi possa vedere…
L’AUTORE. Antonio Ferrara, classe 1976. Nel 2002 il suo Gli Occhi del Male è finalista al concorso Stephen King Horror IT. Suoi racconti di genere horror sono presenti in numerose antologie digitali e non. Da gennaio 2012 è Affiliate Member della Horror Writers Association. Nel 2013 ha fondato il Premio Francis Marion Crawford.
L’urlo bianco, Antonio Ferrara, Il Foglio letterario. 300 pp, 16,00
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About Federica Leonardi
Irretita alla tenera età di 12 anni dai "Racconti" di E. A. Poe, si è lasciata sedurre dalla letteratura di genere. Sposata e con gatta a carico, scrive racconti e qualche romanzo di prova; legge un po' di tutto, anche se ha una certa predilezione per il noir e gli horror vecchiotti dalle atmosfere gotiche e le sfumature lovecraftiane. I finali "E vissero tutti felici e contenti" sono la sua nemesi.