Il buio nella bocca di Andrea Biscaro è un romanzo zombie-erotico in bilico tra realismo crudo e visionarietà pubblicato da Safarà editore.
Uscito a fine novembre, Il buio nella bocca esplora dall’intero ossessioni e pulsioni di un’umanità putrescente, cha ha abdicato da tempo alla realtà – privata di ogni forma di senso, ridotta a una sequela di orrori evenemenziali – e mandato al macero il piacere, solo per vedere l’effetto che fa. Ne parliamo con l’autore.
Da dove viene l’idea di un romanzo zombie-erotico?
Quando ho iniziato la stesura del libro non avevo un’idea precisa. La rotta si è palesata a poco a poco. Con un certo stupore mi sono trovato in una storia che aveva degli zombie come co-protagonisti. In un momento in cui spopolavano i vampiri, tra l’altro (ho scritto Il buio nella bocca prima che scoppiasse il fenomeno zombie). Quello che posso dire è che mi sono divertito molto a scriverlo, è forse il mio romanzo più libero, puro e sperimentale. Un’epopea tragica e romantica, una riflessione sulla fine e sugli istinti primitivi dell’uomo, un divertissement, una storia d’amore. E di morte, ovviamente.
Qual è la tua opinione sul non-morto gentiluomo che spopola nella narrativa horror e romance?
Osservo a distanza questo tipo di letteratura, con uno sguardo ironico. L’horror è un genere serio e antico, niente a che vedere con zombie gentiluomini e vampiri adolescenti. La paura è un sentimento meraviglioso, atavico, va trattato con i guanti. Non dimentichiamolo, la paura è la prima spinta alla conoscenza.
James Berger ha scritto che l’Apocalisse è «un luogo di paura e desiderio». La tua definizione di fine del mondo?
È un luogo di limiti caduti, di leggi infrante. Un salto nel buio dentro se stessi.
In un mondo post-zombie chi sopravvive? E quante chance di cavarsela avrebbe uno scrittore, magari uno scrittore horror?
Sopravvive il più forte, come sempre d’altronde! E forse colui che ha più familiarità con la propria metà oscura. Uno scrittore non è un uomo d’azione e per la maggior parte dei casi è un gran fifone, soprattutto se scrive horror. Avrebbe poche, pochissime chance di sopravvivenza, credimi!
Chi butteresti giù da una torre assediata da i walking dead: George Romero, Robert Kirkman o Marc Foster?
George Romero è un grande maestro, un capostipite. Robert Kirkman un fantasioso fumettaro. World war Z non l’ho visto e non lo vedrò. Ho risposto alla domanda?
About SelenePascarella
Selene Pascarella è nata a Taranto nel 1977. Si è laureata alla Sapienza di Roma 23 anni dopo, con un tesi dedicata a Mario Bava, Lucio Fulci e i maestri dello spaghetti horror dal titolo "Estetiche di morte nel cinema dell'orrore e del fantastico".
Giornalista per professione e per vocazione si occupa di cinema, tv, narrativa di genere e cronaca nera. Nel 2011 ha pubblicato, assieme a Danilo Arona e Giuliano Santoro, il saggio "L'alba degli zombie. Voci dall'apocalisse: il cinema di George Romero" (Gragoyle). Tra il 2012 e il 2013, Maya permettendo, ha curato il format 2.0 DiarioZ_Italia per Multiplayer.it.
Twitter •