“Non è raro sentire qualcuno del pubblico lamentarsi di ciò che passa sul grande schermo, chiedere cosa sia mai quella roba, quale significato abbia”.
Bill (Bill Oberst Jr.) è uno scrittore affetto da una grave forma di insonnia a cui la privazione del sonno causa fortissime allucinazioni e distorsioni percettive, tanto da trascinarlo in uno stato di paranoia tale da spingerlo a violenze estreme ed inconfessabili.
L’esordio alla regia di Trevor Juenger sembra rientrare alla perfezione in una certa scuola arthouse d’oltreoceano che ama giocare sul doppio binario dei sapori fortissimi di matrice body horror e della surrealtà lynchiana: 40 mila dollari di budget per una pellicola che fa di una capillare distribuzione nei festival locali di mezzi USA e de suoi stessi elementi scioccanti la più efficace strategia promozionale. “Non è raro sentire qualcuno del pubblico lamentarsi di ciò che passa sul grande schermo, chiedere cosa sia mai quella roba, quale significato abbia” gongola Juenger, ben conscio del potere virale della polemica sterile, dell’offesa al pudore e della censura, soprattutto per chi non ha altri mezzi per farsi conoscere “Mi aspetto che da un momento all’altro un qualche spettatore cada vittima di un aneurisma prima della fine delle proiezioni”. Al netto delle proiezioni interrotte dalle amministrazione cittadine per la loro “estrema e immotivata violenza”, Coyote e il suo protagonista unico Bill Oberst Jr. hanno raccolto diverse recensioni positive e una manciata di premi, non ultimo quello all’Unreal Film Festival di Memphis ed è ancora in attesa di responsi positivi per una distribuzione oltreoceano.
CLIP
httpv://www.youtube.com/watch?v=PWK7yrHTVGs
About Andrea Avvenengo
E’ nato nel terrore spiando Twin Peaks alla TV. Il tempo ha messo in fila passioni su passioni, raffinando (o imbarbarendo?) i gusti, ma senza mai scalfire la capacità del cinema fantastico di scaraventarmi indietro nel tempo, la mani davanti agli occhi, terrorizzato e fottutamente felice.