American Horror Story: Coven – 3×01 Bitchcraft

American Horror Story si reincarna per la terza volta e Coven rifulge di muliebre, inquietante bellezza.

American Horror Story riapre i battenti con la terza stagione, Coven, e la nuova incarnazione del serial di Ryan Murphy e Brad Falchuk, ci trasporta a New Orleans, una delle città più magiche del mondo. La collaudata formula si rinnova con un taglio teen e decisamente più action, sebbene siamo fortunatamente distanti da uno stile alla Teen Wolf e Murphy riesca a mantenere l’inquietudine di fondo anche senza case infestate o manicomi, ma con la solita splendida regia. 

Questa volta ancora più coinvolgente grazie alle inquadrature particolari di Alfonso Gomez-Rejon, capace di donare con il suo stile a tratti sperimentale una nuova vitalità alla narrazione più equilibrata e sobria, rispetto al passato, impostata dagli sceneggiatori, che permettono allo spettatore di assaporare fin da subito una storyline di fondo in cui convergono gli eventi collaterali dedicati alle varie protagoniste. Gomez-Rejon sottolinea gli aspetti più introspettivi, inquietanti, orrorifici con riprese incredibilmente efficaci. Siano esse strette e soffocanti, larghe, con utilizzo di un grandangolare che esalta una nascosta magnificenza, contorte o oblique nell’accentuazione di una venatura conturbante, sono sempre al posto giusto e regalano forza, delicatezza, pericolosità, emozioni godibili dal primo all’ultimo minuto.

In queste inquadrature si muove il cast già visto nelle precedenti stagioni, forte dei suoi capisaldi e di una new entry che ha il sapore di Oscar e di una carriera di grandi interpretazioni. Kathy Bates fa il suo ingresso col botto e non si può non vedere l’ora di ammirarla duettare con Jessica Lange, sempre certezza di grande classe.  Accanto a loro, Taissa Farmiga, Emma Roberts, Gabourey Sidibe, Jamie Brewer e Sarah Paulson, a completare il femminile gruppo di residenti nella scuola speciale di New Orleans. Bitchcraft ci introduce infatti nella casa bianca della stregoneria in salsa cajun, un’accademia di streghe, l’Hogwarts per sole fattucchiere che l’inquisizione vorrebbe estirpare dal mondo. A mostrarci per la prima volta le sue linde stanza è la candida e ingenua bellezza di Zoe, adolescente sconvolta dall’involontario omicidio del fidanzato tramite un rapporto sessuale in cui scopre di avere un retaggio magico. Trascinata via da casa, viene condotta nella scuola di Miss Foxx, dove altre tre ragazze, ognuna con poteri differenti e differenti storie alle spalle, vivono e vengono iniziate e protette. Pare infatti che una metaforica tempesta stia per abbattersi sul mondo delle streghe e se a dirlo è una Jessica Lange così in forma, il suo there is a storm coming assume un’aura più che minacciosa. Dopotutto lei è la Suprema, la strega che possiede in sé tutti i poteri, compresa una ferrea e perversa volontà di mantenersi giovane e bella a tutti i costi. Questa ricerca colliderà con la scuola gestita dalla figlia e la porterà a riesumare un personaggio maledetto dell’ottocento americano.

Coven presenta infatti un’interessante intreccio con due personaggi realmente esistiti nella New Orleans del 1800: Delphine LaLaurie, appartenente all’alta borghesia e famosa per le sue feste, nel 1834 si rivelò colpevole di torture feroci e omicidi ai danni dei suoi schiavi, e Marie Laveau, la voodoo queen più famosa della storia, maga e religiosa, figura sospesa tra leggenda e verità che raggruppò schiere di seguaci fino alla sua morte, nel 1881.
Tra ottima regia, spirito d’innovazione, soluzioni intriganti, inquietudine e buone interpreti, Coven è partito nel migliore dei modi. Un girl power che non irrita e non eccede, nella forza ma soprattutto nelle debolezze delle protagoniste, con una scena dove l’innocenza perduta di una vendicativa Taissa Farmiga, lascia a bocca aperta nel suo lucido e cinico pragmatismo. Se poi includiamo due fuoriclasse meravigliose come Kathy Bates e Jessica Lange, i presupposti per una grande stagione ci sono davvero tutti.

 

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