Zombie Massacre non è altro che un Eaters più ricco, più popolato, più internazionale.
Due anni dopo l’esordio di Eaters, muscolare zombie movie tutto italiano pompato fuori dai patrii confini anche grazie all’interessamento di Uwe Boll, la premiata ditta Marco Ristori/Luca Boni torna in azione facendo ciò che più gli piace: dare vita a un’infezione putrescente, trovarle una cura a base di piombo e fuoco e stare a vedere come va a finire.
Nel tentativo di piegare una rivoluzionaria scoperta scientifica ai propri scopi e sfruttarla nella creazione di una esercito di super-soldati, l’esercito americano scatena una violenta epidemia in un piccolo villaggio della Romania: l’infezione ha trasformato tutti gli abitanti del villaggio in bestie infettive e assetate di sangue. Allarmato dai possibili, disastrosi sviluppi della situazione, il governo americano manda un gruppo scelto di mercenari a mettere una pezza alla situazione: il suo compito sarà quello di simulare un incidente al locale impianto nucleare, cancellando allo stesso tempo ogni forma residua di infezione e le responsabilità yankee nel disastro. Ma tra nuove, inquietanti scoperte e una colonia di infetti decisamente più agguerrita delle previsioni, la missione dei nostri si rivelerà decisamente più difficile di quanto prospettato…
A due anni dal piccolo miracolo di Eaters, faticosa elaborazione lunga anni del corto I Cacciatori tiepidamente accolta in patria ma tutt’altro che disprezzata all’estero, ci troviamo nuovamente di fronte al rischio di un’apocalisse zombie, e benché determinate condizioni oggettive avrebbero potuto lasciar intendere un certo qual sviluppo della formula-Eaters – il passaggio di Uwe Boll in cabina di produzione, con conseguente, deciso aumento del budget – quello a cui ci troviamo davanti con Zombie Massacre non è altro che un Eaters più ricco, più popolato, più internazionale, ma la cui natura intrinseca non cambia di una virgola. Prendendo spunto da un FPS per Amiga sviluppato negli anni 90 da Alpha Software, i nostri mischiano un po’ le carte, alleggerendo lo script delle bizzarrie e della componente road movie del precedente lavoro e concentrando la quasi interezza dell’azione in un’oscura cittadina dell’est Europa, teatro dell’ennesimo fallout batteriologico. E’ qui che si muovono i quattro protagonisti della vicenda, animali da guerra a metà tra il personaggio da videogame e gli inglorious bastards di qualche pellicola action della Cannon, caratterizzazioni in tutto debitrici di un tipo d’immaginario yankee dei ruggenti eighties: al fianco del soldato di fortuna schiena dritta e dall’oscuro passato (Christian Boeving), troviamo l’esperto di esplosivi e sarcasmo (Mike Mitchell), il cecchino slavo (il Daniel Vivian di At the end of the day) e la concessione pop dell’esperta di arti marziali in salsa orientale (una ben poco convincente Tara Cardinal, già vista in Wrath of the crows).
Una rottura decisa con le scelte di casting del lavoro precedente che dà l’esatta misura delle scelte in fase di produzione perché, se da un parte lo slancio verso il cambiamento e l’evoluzione si è concentrato nel dare un maggior respiro internazionale all’insieme e nel decuplicare – e più – il numero degli infetti sulla scena, ancora una volta frutto dell’eccezionale lavoro della coppia David Bracci/Carlo Diamantini al make up, dall’altra parte la natura più propriamente narrativa di Zombie Massacre si discosta ben poco da quanto visto in Eaters. Una sceneggiatura assolutamente essenziale, quasi pretestuosa nel mettere insieme momenti d’azione non sempre impeccabili a livello coreografico con lunghi scambi di battute tra i protagonisti e un boss finale videogame-style tributo al Nemesis di Resident Evil, il tutto inquadrato in un contesto troppo povero di spunti per risultare davvero intrigante.
Un continuo ripetersi della stessa formula, inevitabilmente castrata della sua componente di spettacolarità coreografica, ancora una volta compensata da un uso sanguinoso di una brutta GCI; una formula che respira solo nei momenti un po’ più personali, come nei flashback del protagonista girati in prima persona, a omaggiare il videogame originale, o in quelli puntellati da fiammate di humor come nel cammeo di Uwe Boll nei panni del Presidente degli USA. Ma, come detto, quella dei registi e sceneggiatori sembra essere una scelta molto meno vincolata agli enormi limiti produttivi che diedero alla luce Eaters. Due indizi non faranno una prova, ma certo trasformano una semplice supposizione in qualcosa di più: condivisibile o no, ciò che più piace fare alla coppia Ristori/Boni è mischiare azione, muscoli, ignoranza, ironia e il maggior numero di infetti possibile. Niente di più, niente di meno, senza compromessi.
About Andrea Avvenengo
E’ nato nel terrore spiando Twin Peaks alla TV. Il tempo ha messo in fila passioni su passioni, raffinando (o imbarbarendo?) i gusti, ma senza mai scalfire la capacità del cinema fantastico di scaraventarmi indietro nel tempo, la mani davanti agli occhi, terrorizzato e fottutamente felice.