Braindead – Splatters

Ultimo pezzo della santa trilogia di Peter Jackson, Braindead è la degna prosecuzione splatter del regista di Bad Taste e Meet the Feebles.

Con i primi due titoli della sua carriera, il regista neozelandese si era solo scaldato per poi presentare al pubblico l’opera più sanguinolenta di tutti i tempi. Lionel vive con una madre ossessiva e claustrofobica che controlla ogni sua mossa. L’amore per Paquita lo spinge però a tentare di staccarsi dal grembo materno innescando le gelosie della madre. Quest’ultima li pedina fino allo zoo dove viene morsa da un rarissimo esemplare di scimmiaratto, animale aggressivo e temuto dalle tribù delle zone più remote della Nuova Zelanda.

La donna contrae così una grave infezione che, dopo scene esilaranti e alquanto pesanti da digerire per gli stomaci più deboli, la porta alla morte. La defunta però resta ben poco inanimata e presto inizia a contagiare i suoi concittadini. Lionel, non sapendo come comportarsi e incapace di fare del male a mammina, nasconde la madre e i suoi nuovi amici nella cantina. Ovviamente non si rivelerà un buon piano ma di certo un fantastico bagno di sangue.

Uscito in Italia con il nome di “Splatters: gli Schizzacervelli” solo nel 1995, Braindead è uno di quei film che ogni amante dello splatter possiede nella propria collezione, anche se non è di facile reperibilità in dvd. Il film scorre che è una bellezza, quasi galleggiando su di un fiume di sangue tra risate e sbudellamenti. Per intenderci, solo nell’ultima scena di carneficina Zombie, che dura quasi un quarto d’ora, sono stati usati più di 300 litri di sangue finto.

Pregio assoluto della pellicola, la cura per i dettagli che avevamo già visto nei primi due lungometraggi di Jackson e che ci regala alcuni degli effetti speciali più belli di sempre. Tutti ovviamente creati manualmente da Jackson stesso e dal suo ormai fidato collaboratore Bob McCarron e che hanno permesso ai due di aggiudicarsi il premio per i migliori FX al festival di Sitges e al FantaFestival di Roma che gli ha assegnato anche il premio per il miglior attore protagonista. Oltre alla qualità degli effetti speciali, Braindead vanta anche una grande fantasia: non vediamo solo gente mangiata e dilaniata ma veri e propri scuoiamenti umani, esplosioni di membra, spolpamenti di arti e poi lui: l’unico e solo Ninja di Dio, ovvero il mite parroco della zona che tenta di aiutare Lionel a tenere a bada la madre in putrefazione.

A causa della censura in alcuni paesi le versioni del film cambiano in base alla zona: in Inghilterra e Australia il film è uscito nella versione integrale di 104 minuti, negli USA è stato tagliato fino a 97 minuti e in Germania addirittura a 94. In Italia la versione in dvd è leggermente più corta, 101 minuti, ma non è il problema più grande. Il doppiaggio italiano infatti si è permesso alcune libertà artistiche difficilmente condivisibili, ovvero l’aggiunta di alcuni dialoghi non presenti nella versione originale. Gli Zombie italiani infatti parlano e per quanto facciano battute spesso molto divertenti sono ben diversi da quelli muti pensati da Peter Jackson.

Braindead non è stato accolto con particolare calore dalla critica al momento dell’uscita ma con l’andare degli anni, e grazie alla fama conquistata dal regista con la trilogia de Il Signore Degli Anelli, l’opera di Jackson è riuscita a conquistarsi il meritato consenso da parte di pubblico e critica. Nel 1993, oltre ai già citati premi per i migliori effetti speciali, Braindead è stato premiato come miglior film al festival di Avoriaz e al Fantasporto oltre ad aver fatto incetta di premi ai New Zealand Film and Tv Awards.

Pellicola quindi assolutamente consigliata a tutti gli amanti dello splatter demenziale; durante la visione divertitevi poi a scoprire quale disgustoso cameo si è ritagliato Peter Jackson.

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