In uscita per Einaudi il primo viaggio nella narrativa apocalittica dello scrittore newyorkese. In Zona Uno una pandemia ha diviso la terra tra vivi, morti viventi e infetti non trasformati.
Quel che resta del governo americano, asserragliato nella roccaforte della città di Buffalo, è alle prese con un difficilissimo tentativo di ricostruzione. Zona Uno di Colson Whitehead si apre con una missione dall’altissimo valore simbolico e strategico: recuperare alla civiltà il cuore di New York City, Manhattan. 
Nell’isola, in gran parte liberata, sono presenti alcune sacche di resistenza zombie. O, per meglio dire, di infetti, dal momento che questi soggetti si pongono nel bel mezzo dello scontro tra umani e walking dead. Colpiti dal virus, non si sono trasformati in morti viventi ma si trovano in uno stato di semicatatonia. In mezzo alle squadre di “ripulitori” al lavoro nella parte meridionale di Manhattan si muove Mark Spitz. Un uomo con molti chiaroscuri che si agita su uno sfondo di indicibile violenza dove i frutti impazziti del capitalismo e della follia umana sono mostri con la maiuscola, che si riproducono senza soluzione di continuità. Con Zona Uno (Einaudi Editore) Colson Whitehead (nella foto a sinistra) si è cimentato per la prima volta con l’horror-fantasy. Il romanzo ha diviso il pubblico americano, suscitando sia critiche che grandi apprezzamenti. Vedremo quale sarà la reazione dell’audience nostrana e dei fan della fiction zombie-apocalittica in particolare.
L’autore
Colson Whitehead è nato a New York, dove ha trascorso tutta la sua vita. La sua carriera di scrittore è iniziata sulle colonne del settimanale The Village Voice come esperto di narrativa, musica e tv. Il suo romanzo d’esordio, L’intuizionista, è stato un bestseller internazionale (in Italia è stato pubblicato da Mondadori nel 2000. La seconda opera, John Henry Festival è stata finalista nella selezione per la narrativa del Premio Pulitzer. Il terzo libro è una raccolta di saggi sulla grande mela dal titolo Il Colosso di New York.
Selene Pascarella è nata a Taranto nel 1977. Si è laureata alla Sapienza di Roma 23 anni dopo, con un tesi dedicata a Mario Bava, Lucio Fulci e i maestri dello spaghetti horror dal titolo "Estetiche di morte nel cinema dell'orrore e del fantastico".
Giornalista per professione e per vocazione si occupa di cinema, tv, narrativa di genere e cronaca nera. Nel 2011 ha pubblicato, assieme a Danilo Arona e Giuliano Santoro, il saggio "L'alba degli zombie. Voci dall'apocalisse: il cinema di George Romero" (Gragoyle). Tra il 2012 e il 2013, Maya permettendo, ha curato il format 2.0 DiarioZ_Italia per Multiplayer.it.
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