Revenge movie cattivo e brutale con una delicata protagonista, vittima degli orrori della guerra e non solo
La giovane Angel, una minuta ragazza sordomuta, vive rinchiusa in un bordello nascosto tra le nebbie dei Balcani; il suo compito è occuparsi delle altre ragazze costrette a prostituirsi, drogarle, lavarle e renderle presentabili ai soldati che vengono a divertirsi. Pur essendo il suo un lavoro quasi privilegiato ed essendo lei tenuta in considerazione dal gestore del bordello, Victor, nel momento in cui si presenteranno i militari colpevoli di aver sterminato la sua famiglia e una delle ragazze verrà violentata a morte, Angel si vendicherà e tenterà finalmente la fuga impossibile.
Opera prima di Peter Hyett, curatore degli effetti speciali per film quali Doomsday, The Descent, The Cottage e altri importanti film di genere anglosassoni, questa pellicola si connota subito per la forza di alcune scene e la brutalità raccontata: la brutalità della guerra fratricida dei Balcani che mette fra loro contro paesi un tempo amici, l’innocenza perduta delle giovani vittime di questa guerra, prestate alla violenza e costrette a subire ogni possibile violazione, ma anche e non ultima la ferocia della vendetta o, se vogliamo, della voglia di reagire e riappropriarsi della propria identità.
Ecco quindi che, nella prima parte del film, vediamo muoversi silenziosamente, tra le intercapedini delle stanze del bordello la nostra protagonista: Angel si sposta senza fare alcun rumore, non potendo lei stessa udirne alcuno e cerca di eseguire meccanicamente i propri doveri senza mostrare cenni di umanità, ormai ridotta a schiava senza coscienza. Ma è nei gesti più semplici che iniziano a riaffiorare i ricordi della sua famiglia (flashback dolorosi ed espliciti) e lo spirito combattivo uscirà dirompente e scatenato, dando vita ad una escalation di sangue tanto grande quanto piccola e indifesa sembra la nostra Angel.
Nella seconda parte invece, oltre alla violenza estrema, si inseriscono elementi più convenzionali, come l’incrinatura dei rapporti tra Victor e il capo dei soldati Goran, a farci ricordare le bassezze della guerra e l’odio disseminato tra compagni stessi. Il lungo finale, finalmente fuori dall’oscurità e dall’ambiente lurido del bordello, segue le vicissitudini di Angel, la quale da subito scopre che il male purtroppo è dappertutto. Non solo vendetta quindi, ma anche speranza sullo sfondo di un mondo devastato dalla guerra in questo film in cui le vicende della protagonista (interpretata da una brava Rosie Day) ricordano nemmeno troppo vagamente quelle della Madeleine del censuratissimo film svedese Thriller: a cruel Picture e in cui anche gli altri personaggi a loro modo suonano interessanti. Il medico connivente e codardo è disposto a curare in modo irrisorio le ragazze, lasciandole al loro destino di morte, lo stesso Victor alterna fredda crudeltà a desiderio d’amore nei confronti di Angel, mostrando un’inedita debolezza, mentre più convenzionale risulta il gruppo di soldati comandati da Goran, cattivo e senza pietà. Molto curato è il comparto gore e, considerando l’esperienza del regista nel settore, non si lesina in abbondanti secchiate di sangue, senza esagerazione ma con la giusta dose di cattiveria.
Un film quindi consigliato agli stomaci forti in cui viene mostrato un mondo non troppo lontano dagli orrori della guerra, una realtà nella quale sembra quasi normale l’esplosione di violenza della voglia di vivere di Angel.
About Alessandro Cruciani
Cresciuto nella provincia di Viterbo a pane e film, tra notti horror e combattimenti alla Van Damme, ha coltivato questa passione arrivando a creare gruppi di folli appassionati di cinema su facebook e a collaborare con alcune recensioni su www.bizzarrocinema.it e wwww.horror.it. Al di fuori del lavoro ama leggere, ascoltare musica e divorare serie tv.