Prima di svanire – Marco Siena

Nel suo secondo romanzo, l’autore emiliano racconta il viaggio di due amici attraverso un mondo arrivato al capolinea.

A due anni di distanza dal debutto con Le nove stelle, Marco Siena e la Butterfly Edizioni tornano insieme per il romanzo Prima di svanire, un lavoro da cui emerge prepotente il percorso di maturazione del giovane autore emiliano che torna a raccontarci, come nel suo libro d’esordio, una storia d’amicizia dai forti rimandi televisivo-cinematografici. In una Modena in cui, improvvisamente, la gente comincia a sparire nel nulla (“I primi furono gli anziani, o come li chiamavano quasi tutti, i vecchi”), Piero e Pablo si ritrovano insieme in un viaggio verso l’ignoto durante il quale incroceranno il loro destino con quelli di altri “sopravvissuti”, scontrandosi inevitabilmente anche con il Male che mai sembra estinguersi, neanche dopo la fine dell’umanità.

Il principale pregio del romanzo, di cui va dato atto a Siena stesso, sta nel non essere etichettabile: all’autore non interessa essere considerato uno scrittore noir o horror, ma soltanto raccontare una storia con lo spirito degli antichi cantastorie, dietro i cui racconti si nascondevano spesso messaggi da interpretare (ognuno a proprio modo). Così Siena evita di approfondire le ragioni di queste misteriose sparizioni e scansa le trappole narrative che avrebbero potuto fare di Prima di svanire un romanzo apocalittico come tanti, uno di quelli che va a rinfoltire la schiera di libri tutti uguali, preferendo conservare una certa originalità e puntando tutti sui protagonisti, in grado di mantenere a un buon livello la storia, nonostante un percorso unidirezionale. Il viaggio di Piero e Pablo è assimilabile a quello dei sopravvissuti di 2012  o a quello solitario di Viggo Mortensen in The Road o, infine, all’eterno vagabondare dei personaggi di The Walking Dead, con l’unica differenza che in Prima di svanire non c’è il buono contro il cattivo, l’eroe contro il mostro, ma protagonisti in un certo senso già consci del proprio destino e desiderosi di dare un senso in più alla propria vita.

Una seconda prova degna di attenzione, una conferma dell’ottimo percorso intrapreso da Marco Siena che ora avrebbe bisogno di fare il cosiddetto salto di qualità, osando di più e cercando nuove realtà editoriali che possano valorizzare meglio le sue qualità. Ne sono la dimostrazione alcune discutibili scelte della Butterfly sul testo, per cui è stato scelto un carattere che rende ardua la lettura, diverso poi sia nella prefazione di Claudio Vergnani che nel primo interludio.

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