Cinema NIGHT OF THE LIVING DEAD: RESURRECTION

NIGHT OF THE LIVING DEAD: RESURRECTION

Night-of-the-Living-Dead-ResurrectionL’ennesimo remake del classico di Romero, Night of the living dead: Resurrection (2012) di James Plumb si rivela una piacevole sorpresa.

Quando, nel 1968, George A. Romero diresse quella pietra miliare del cinema horror che è La notte dei morti viventi, forse non sapeva che il suo film avrebbe dato origine a una serie innumerevole di remake, sequel e spin-off (a volte buoni, altre volte ignobili). Nell’odierno marasma di produzioni, in cui si fa davvero fatica a orientarsi, capita di imbattersi in questo film indipendente inglese, Night of the living dead: Resurrection (2012) di James Plumb. Ci sarebbero tutte le premesse per un’opera abominevole: che piacere invece guardare il film e scoprire tutt’altro! Pur rimanendo un prodotto mediocre, Resurrection è infatti uno zombie-movie più che dignitoso, considerata anche la sua natura low-budget, un remake che omaggia l’originale senza avere la pretesa di porsi alla sua altezza.

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Il principale ostacolo nella visione del film sono i primi cinque minuti, in cui assistiamo ai dialoghi demenziali di alcuni ragazzini che si riprendono col videofonino: fortunatamente, arrivano gli zombi a scannarli o metterli in fuga. Via il dente, via il dolore: superata questa prima parte che fa presagire il peggio, lo spettatore può godere di un discreto prodotto d’imitazione. La storia, in sostanza, riprende il canovaccio di Romero: l’azione inizia in media res, con l’epidemia già in corso che trasforma gli uomini in morti viventi. Il motivo non è ben chiaro: qualcuno parla dell’Apocalisse, qualcuno di una forma acuta del “morbo della mucca pazza” (non si sa più cosa inventare). Entra in scena un uomo di colore (proprio come nel film di Romero) che cerca rifugio in una fattoria isolata: il contagio ha reso gli abitanti piuttosto diffidenti, visto che senza preamboli scaricano una fucilata in faccia al malcapitato. Il resto del film si svolge all’interno di questa casa, con i superstiti che devono fronteggiare l’invasione degli zombi, il contagio dei loro cari e una banda di folli ragazzini che, armati come in Grano rosso sangue, si uniscono ai morti viventi per uccidere.

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Dunque, ci troviamo di fronte a una sceneggiatura abbastanza scombinata e farraginosa: notiamo i vari buchi (il vecchio viene contagiato senza essere morso, mentre Kevin viene morso ma non contagiato), il nonno e il bambino zombie che non vengono uccisi perché comunque “sono della famiglia”, fino alla trovata dei ragazzi che guidano i morti viventi (sembra qualcosa messo lì tanto per allungare la durata del film). Nonostante questo, Resurrection non scade nel ridicolo, e anzi in alcuni momenti riesce a diventare inquietante (pensiamo, per esempio, alla scena in cui il vecchio inizia a recitare i versetti dell’Apocalisse quasi in trance). Naturalmente siamo distanti anni luce dal modello di Romero, eppure il film di Plumb funziona: l’atmosfera è claustrofobica e angosciante (merito anche della buona fotografia e delle discrete recitazioni), notevole il tema dei familiari contagiati (che sembra richiamare, con le dovute distanze, I Wurdalak di Bava e La notte dei diavoli di Ferroni), e soprattutto notevoli gli effetti speciali e il make-up. Che bello, nell’epoca del digitale, trovarsi di fronte ancora a degli FX artigianali in stile vintage, a base di sangue e budella, con volti spappolati, carne strappata a morsi e pasti a base di interiora appena estratte. Fa sempre piacere, inoltre, trovare un prodotto che va in controtendenza rispetto alla moda del momento, cioè i film ipertecnologici con gli zombi che corrono (sul modello di 28 giorni dopo) e che ormai hanno smesso di far paura: in Resurrection, invece, i morti viventi incedono lentamente coi volti sanguinanti e decomposti come ai bei tempi.

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Il filmmaker britannico James Plumb dimostra dunque di essere un buon artigiano, nonostante abbia ancora molto da imparare sull’uso delle inquadrature: si azzarda infatti in immagini vertiginose, capovolgimenti e sguardi obliqui, ma si perde spesso concentrandosi su dettagli inutili invece che sul totale, oppure prolungando a dismisura certe scene che risultano così troppo lente.

Due curiosità: una citazione del classico romeriano, quando padre e genero discutono sull’opportunità o meno di rifugiarsi in cantina; i titoli di coda in stile grindhouse, coi “graffi sulla pellicola” e l’annuncio del sequel Night of the living dead: Revelations. Sarà vero? Rimaniamo in attesa.

httpv://youtu.be/klgAiPle3-g

Nigt of the living dead resurrection - VOTO: 3/5

Anno: 2013 - Nazione: UK - Durata: 90 min.
Regia di: James Plumb
Scritto da: James Plumb e Andrew Jones
Cast: Sule Rimi - Kathi Saxondale - Terry Victor - Rose Granger - Lee Bane
Uscita in Italia: - Disponibile in DVD:

About Davide Comotti
Davide Comotti. Bergamasco, classe 1985, dimostra interesse per il cinema fin da piccolo. Nel 2004, si iscrive al corso di laurea in Scienze Umanistiche dell’Università degli Studi di Bergamo (laurea che conseguirà nel 2008): durante gli studi universitari, ha modo di approfondire la sua passione tramite esami di storia, critica e tecniche del cinema e laboratori di critica e regia cinematografica. Diventa cultore sia del cinema d’autore (Antonioni, Visconti, Damiani, Herzog), sia soprattutto del cinema di genere italiano (Fulci, Corbucci, Di Leo, Lenzi, Sollima, solo per citare i principali) e del cinema indipendente di Roger A. Fratter. Appassionato e studioso di film horror, thriller, polizieschi e western (soprattutto italiani), si occupa inoltre dell’analisi di film rari e di problemi legati alla tradizione e alle differenti versioni di tali film. Nel 2010, ha collaborato alla nona edizione del Festival Internazionale del Cinema d’Arte di Bergamo. Scrive su "La Rivista Eterea" (larivistaeterea.wordpress.com), ciaocinema.it, lascatoladelleidee.it. Ha curato la rubrica cinematografica della rivista Bergamo Up e del sito di Bergamo Magazine. Ha scritto inoltre alcuni articoli sui siti sognihorror.com e nocturno.it. Ha scritto due libri: Un regista amico dei filmakers. Il cinema e le donne di Roger A. Fratter (edizioni Il Foglio Letterario) e, insieme a Vittorio Salerno, Professione regista e scrittore (edizioni BookSprint). Contatto: davidecomotti85@gmail.com

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