Il film più chiacchierato d’America si rivela meno brutto del previsto.
L’Asylum è una casa piccola, ma dalla fiorente produzione, specializzata in mockbuster ovvero imitazioni povere di blockbuster di successo. Facciamo un esempio: viene annunciato Snake on the plain con Samuel L. Jackson ed ecco che l’Asylum butta fuori direttamente in videoteca il suo Snake on the train dalla copertina simile e dal cast di attori sconosciuti. Siamo ai limiti della serie B che accarezza pericolosamente la spazzatura, un mondo comunque fantasioso dove registi e produttori devono confezionare un film fatto e finito basandosi molte volte soltanto sul titolo annunciato. L’importante è che i loro lavori (di solito dal budget di massimo 500 mila dollari) escano prima dei loro modelli cercando quindi di acchiappare più gonzi possibili. Certe volte poi le mayor giustamente s’incazzano e scattano le denunce come nel caso di America battleship, imitazione del Battleship di Peter Berg, o del Lord of Hobbies che guarda il Peter Jackson tolkiniano, ma l’Asylum incassa il colpo, perde le cause e fa uscire comunque i film. Come? Ovvio con i titoli cambiati (American Warships e Clash of the empires) ma le copertine e dalle frasi di lancio uguali!
Per questa casa di matti ci lavorano registi e attori dalla fama ormai decaduta come Mary Lambert che girò eoni fa il bellissimo Pet sematary tratto da Stephen King o il Mario Van Peebles di Posse, una sorta di cimitero per vecchi elefanti che ospita il meglio del cinema blockbuster passato in una dimensione discount. Basti pensare che la povera Brittany Murphy interpretò un disaster movie Asylum prima di morire o che il meraviglioso atleta Mark Dacascos (Crying Freeman, Il patto dei lupi) seguì in minore le orme di Vincent Price, Charlton Heston e Will Smith nel terribile I am Omega, trasposizione scellerata di Io sono leggenda di Richard Matheson. Ultimamente poi, in questo 2013, ha fatto capolino il Pacific rim dei marcioni, Atlantic rim, dove a un bellissimo e smargiasso trailer è seguito un film verboso e con pochi (e brutti) effetti speciali. Arriviamo però al nostro Sharknado che in questi ultimi giorni ha catturato l’attenzione della stampa di tutto il mondo: trasmesso dalla tv americana Scifi, la pellicola ha raccolto un record altissimo di commenti su Twitter, impensabile per un film di basso profilo. Certo è stato anche definito “il peggior horror mai girato”, ma anche uno dei più divertenti, tanto che stanno già pensando al seguito, questa volta in 3d e al cinema. Ma cosa ha di così eccezionale questo Sharknado rispetto ai tanti prodotti post Lo squalo che vengono sfornati in America a ritmo di catena di montaggio? Principalmente il grado di follia dell’opera perché è la cosa più nerd, più incredibile, più impensabile quella di girare un film che parla di un tornado che trasporta squali lanciandoli sulle persone. Una cosa che se tu sceneggiatore volessi proporla a un produttore serio finiresti per essere inseguito dalle sue scimmie volanti, ma che trova terreno fertile all’Asylum. In più bisogna dire che Sharknado è più curato della media dei prodotti del genere: ha una vera regia, una colonna sonora molto buona ed effetti speciali sanguinosi quanto basta.
Merito soprattutto di Anthony C. Ferrante, autore del mockbuster Hansel & Gretel, uno dei migliori prodotti Asylum di sempre, capace di battere qualitativamente il modello ispiratore (Hansel & Gretel: cacciatori di streghe), cosa davvero incredibile. La sua regia, pur nell’economia di un film low low budget, è efficace, a tratti virtuosistica, piena di riprese aeree e carrellate, un tocco di professionalità in un mondo pieno di “Buona la prima”. Certo poi il film ha una trama piena di buchi grandi come il Grand canyon, di personaggi improbabili che si comportano come se andassero a fare la spesa mentre i loro amici vengono divorati, ma è pieno di momenti “Oh che cazzo!” che fanno scattare l’applauso coatto da platea popolare. Come non avere un orgasmo cinematografico quando uno squalo piomba sul nostro eroe (Ian Ziering, lo Steve di Beverly Hills 90210) e lui lo falcia a metà con una motosega? Stupido, anzi stupidissimo, ma è comunque una grande scena da drive in, così come tutti gli attacchi degli squali (a volte spuntano persino fuori dai tombini!!!!) che stupiscono anche per la ferocia non da prodotto tv (uno sventurato viene fatto a pezzi e poi schiacciato da un altro pescione). Stavolta le ex star sono principalmente due: oltre al già citato Ian Ziering, la Tara Reid di American Pie e Alone in the Dark, ormai da dieci anni coinvolta in mediocri reality show e film sempre meno importanti. A far loro da spalla i più attenti potranno riconoscere un volto tv abbastanza noto negli anni 80/90, Jaason Simmons, uno dei bagnini aitanti del serial Baywatch. Il resto del cast è tra il mediocre e il pessimo con l’aggravante di battute demenziali sparate a velocità della luce che ti fanno ringraziare Dio che il tuo inglese non sia perfetto. Per simpatia verrebbe voglia di dare a questa pellicola un voto alto, ma alla fine Sharknado, pur nella sua follia, resta un filmetto usa e getta. Cosa però che non esclude possa diventare per molti cinefili un cult movie segreto da amare ogni volta scatta il bisogno di cazzate lontano dal bel cinema troppo perfetto.
About Andrea Lanza
Si fanno molte ipotesi sulla sua genesi, tutte comunque deliranti. Quel che è certo è che ama l’horror e vive di horror, anche se molte volte ad affascinarlo sono le produzioni più becere. “Esteta del miserabile cinematografico” si autodefinisce, ma la realtà è che è sensibile a tette e sangue.