La Afterdark tira fuori dal proprio cassetto stregato un’opera che suona familiare, ma capace di sorprendere.
Una coppia alle prese con la nascita del loro primo figlio decide di trasferirsi in una casa isolata per fuggire dai pericoli e dalle paure che la città può offrire. Qualcosa però sembra non andare: il bambino sembra disturbato da qualcosa o qualcuno durante la notte, impedendo il sonno ai genitori. A questo si aggiungono i lavori di disboscamento nelle vicinanze e le tensioni che si creano per via dell’ entità presente in casa.
Il genere delle case infestate ci riporta sempre a vecchie situazioni piacevoli o meno. A partire dal classico Amytiville, arrivando al cimitero indiano sepolto sotto la casettina di Poltergeist, passando per tutti quei b-movie su case infestate e presenze maligne, benigne o solo un po’ curiose. Quasi nessuno, però, ha forse mai affrontato questo tipo di situazioni con razionalità, pensando al disturbo, sia fisico che psicologico, che si può affrontare quando la mancanza di sonno diventa routine quotidiana. Il punto interessante di questo film, infatti, è proprio il sonno. Per i primi 20 minuti potrebbe venire allo spettatore, ma per il resto della pellicola il regista è riuscito a rendere bene l’idea di una sorta di viaggio depressivo e ossessivo nel mondo del riposo e della sua assenza. I rapporti tra i coniugi sono molto tesi: tutti e due vivono una sorta di paura nei confronti dell’irrazionalità e di tutto ciò che per loro è inspiegabile, che siano allucinazioni o semplici rumori. Il film non fa altro che immaginare quello che potrebbe accadere a due personi comuni, scettiche e realmente spaventate, nonchè infastidite da quello che non comprendono.
A livello pratico/produttivo, il film ha un budget bassissimo rispetto ai colossal hollywoodiani di oggi, non per questo però va disdegnato. Di fatti, sebbene qui non potrete vedere computer graphic o lattice e sangue finto a go-go, la vecchia scuola insegna che una buona orchestra ed un’ambientazione tetra vi farà sobbalzare dalla vostra sedia. Positivo, soprattutto considerando che il regista Paul Soter ha visto l’horror quasi esclusivamente con il binocolo, come sceneggiatore (firmato come Broken Lizard) e come attore in commedie come Super Troopers o Vacanze di Sangue, iniziando la carriera da regista solo nel 2007. Per quanto riguarda il cast principale, buona l’interpretazione di Johnathan Scaech (Quarantine) che riesce a rendere bene l’idea dell’ossessione e della stanchezza di un neo-padre e marito, aprendo porte a diverse spiegazioni e a nuove domande su quello che succede nella sua vita. Delude invece Andrea Frankle (The Host), un po’ forzata nel ruolo di madre. Il resto del cast è praticamente inutile, sia nella loro caratterizzazione dei personaggi che per la storia in sè, quasi bisognosa di vittime per rendere la pellicola più cruenta e forse più commerciale senza riuscire nell’intento. Dark Circles è una pellicola un po’ ingenua ma che offire qualche colpo di scena e qualche soluzione inaspettata, soprattutto nel finale, che può piacere o meno, ma che sa dare una bella scossa a tutto il film, sia in negativo o positivo: Consigliato a chiunque volgia immergersi nel caos senza troppo impegno.
httpv://www.youtube.com/watch?v=K0HVeqjqs9E
About alex lazy
io al sangue preferisco i pomodori assassini,non disdegno un vampiro, a me inquietano i bambini, adoro anche gli zombie ed ogni loro singola sfuriata, forse perchè ricordano un po' me ad ogni inizio di giornata!