Oeuf è senza ombra di dubbio la puntata meno intrigante e ispirata della serie.
Le sessioni di psicoterapia che sono state imposte a Will Graham presso il dottor Lecter portano sempre più a galla il senso di colpa dell’agente speciale per i fatti successivi al proprio coinvolgimento nell’affaire-Hobbs: un senso di colpa ulteriormente ingigantito dalla sua peculiare capacità di immedesimazione con gli spietati uomini cui da la caccia e dal suo ultimo caso, dove bambini scomparsi nel nulla da più di un anno sono improvvisamente tornati dalla rispettive famiglie con il solo intento di massacrarle. Lecter intanto, contravvenendo intenzionalmente alle disposizioni della dott. Bloom, decide di far dimettere Abigail Hobbs dall’ospedale dove è ricoverata e ospitarla a casa propria, proponendola una seduta di terapia alternativa che dovrebbe riportare definitivamente a galla i traumi del suo recentissimo passato…
La famigerata puntata che il pubblico americano non ha visto per diretta decisione del creatore della serie Bryan Fuller, convinto che alcune componenti della sua trama – gli adolescenti sequestrati e convinti a uccidere i propri genitori mediante lavaggio del cervello – non fossero la proposta d’intrattenimento migliore da offrire a una nazione profondamente scossa dal fresco attentato alla maratona di Boston dello scorso 15 aprile che uccise, tra gli altri, un bambino di otto anni. Fuller decise di compensare gli eventuali e – a conti fatti – minimi buchi nella continuità della trama dedicando una sezione del sito ufficiale della serie a clip integrative specifiche: vista la puntata per intero, si può tranquillamente affermare che il pubblico tv USA non si sia perso granché per quanto riguarda gli sviluppi della trama orizzontale, anche se in meri termini di qualità generale dell’episodio si mantiene su un discreto livello. giunti a un terzo della prima stagione, Oeuf è senza ombra di dubbio la puntata meno intrigante e ispirata della serie, al solito assolutamente impeccabile da un punto di vista di estetica mainstream ma narrativamente piuttosto apatica, disinteressata a sviluppare in una qualche direzione le indicazioni del precedente episodio, preferendo continuare a ribadire i termini delle due grosse questioni in ballo – la psicoterapia di Will e l’ulteriore stringersi dei rapporti tra Abigail e Lecter – senza svilupparle ulteriormente.
Un episodio pigro e di transizione, fisiologico se vogliamo, ma che cade proprio nel momento in cui la serie sembrava sul punto – e avrebbe avuto bisogno – di decollare. Se lo sviluppo orizzontale vive di reiterazioni e, al limite, cesellature, funziona invece più che degnamente la portata del giorno, quell’uovo del titolo che è l’ideale archetipo per dare il via a una riflessione intrigante e funzionale – eccola la cesellatura – intorno al concetto di famiglia e di retaggio – o della loro mancanza e dei conseguenti surrogati che ognuno trova o si crea – sul doppio binario del rapporto natura/società declinato sia attraverso il caso dei bambini sequestrati e plagiati che la figura di Abigail Hobbs. Urge generale accelerazione, grazie.
About Andrea Avvenengo
E’ nato nel terrore spiando Twin Peaks alla TV. Il tempo ha messo in fila passioni su passioni, raffinando (o imbarbarendo?) i gusti, ma senza mai scalfire la capacità del cinema fantastico di scaraventarmi indietro nel tempo, la mani davanti agli occhi, terrorizzato e fottutamente felice.