Un altro grande regista che se ne va.
Parlare di Jesus Franco ancora, dopo la miriade di libri e pubblicazioni sull’argomento, i cui migliori restano l’enciclopedico Obsession di Tim Lucas, El sexo de l’horror di Carlos Aguilar (tradotto tra l’altro pure in italiano) e il doppio dossier della rivista Nocturno cinema, non avrebbe davvero senso. Purtroppo ci è arrivata la notizia della morte dello zio Jess, dopo alcuni giorni di coma per ictus celebrale, quindi è doveroso un ultimo ma sentito saluto. Con lui se ne va un pezzo del glorioso cinema di serie B, insieme ai vari lutti, recenti o meno, di Lucio Fulci, Joe D’Amato o Jean Rollin, rendendoci inevitabilmente vecchi e soli, noi che siamo cresciuti con quegli horror brutti e cattivi. Questo mondo ci appare senza dubbio peggiore perchè è vero che Jess erano almeno trent’anni che non girava non dico un’opera buona, ma neppure una decente, i suoi ultimi film dal terribile Killer Barbys erano oltre ogni umana concezione, anarchia allo stato puro e menefreghismo di ogni bon ton cinematografico. A noi ragazzacci dell’horror però Jesus Franco piaceva anche così perchè era un amico, magari un amico mai conosciuto è vero, ma uno di quelle persone che inconsapevolmente hanno sancito un’educazione filmica negli anni più importanti, quelli dell’adolescenza, dove godevi a vederti, senza nessun spirito critico che non fosse un sano WOW, sia Il ritorno dei morti viventi che I ragazzi del cimitero, il sacro e il profano del cinema.
E Jesus aveva fin dal suo nome e cognome questo binomio dentro lui, Gesù e Franco il dittatore, un ossimoro che avrebbe invaso anche la sua filmografia a base di suore puttane e film per ragazzi, di regie eleganti e zoomate selvagge, di Dracula classici ed altri intenti a palpeggiare donne rapaci. I suoi film avevano manifesti splendidi e titoli di cult scellerato, la maggior parte è vero erano più belli da raccontare agli amici che vederseli per fatti propri, ma, proprio quando perdevi la speranza di avere da lui una buona opera, eccolo che Jess, da vero bastardone, ti tirava fuori un gioiello. Tra i sui film migliori senza dubbio ci sta quel Vampyros lesbos che fu uno dei suoi capolavori massimi, girato benissimo e morboso senza cadere nel volgare, ma anche lo struggente She killed in ectsasy, tutti con la triste e bellissima Soledad Miranda, immortale icona horror nella cristallizzazione di una morte precoce. Jess aveva un occhio attento per le donne e, prima di trovare una nuova musa per i suoi deliri, fece sfilare alla sua corte dei miracoli l’imberbe Romina Power nell’irrisolto e massacrato Justine con Klaus Kinski, la bellissima Britt Nichols de La fille de Dracula e Le demone, e così via fino a fermarsi sulla sua Lina Romay che riuscì a diventare non solo icona del suo cinema, ma compagna ed essenza stessa del Jesus Franco regista. Jess non era un regista horror, lui affrontava tutti i generi, anche se l’horror l’aveva portato al successo del pubblico con Il diabolico Dottor Satana, rivistazione (azzardata) del classico francese Occhi senza volto di Franju.
Vedere un suo film voleva dire anche avere il dubbio se esisteva un’altra versione di quello, e al 70 per cento c’era, diversa per tante cose, magari rigirata con attori spagnoli (come per Oasis of zombi e il gemello La tumba de los muertos vivientes), magari dissimile solo per scene più hot (Vampyros Lesbos/Las Vampyras) o di sangue (Revenge in the house of Usher). Altre volte il film dissimilava proprio nel plot come accadde con il gotico I desideri erotici di Christine divenuto in piena mania zombi Una vergine tra i morti viventi con l’inserimento di nuove sequenze in tema. Gli anni 60 furono per Franco i migliori sul piano artistico, pieni di sperimentazioni stilistiche che arrivarono ad omaggiare persino lo snob Jean Luc Godard, ma negli anni 70, anche se la qualità iniziò a scemare a favore della quantità, ci furono titoli importantissimi nella sua filmografia, dal Dracula con Christopher Lee, tra il miserabile e il geniale, agli stupendi Erotikiller (e i suoi trecento titoli alternativi) con la prima vampira golosa più di sperma che di sangue ed Erotico profondo, ritratto efficace su Jack lo squartatore. In mezzo si può ricordare il bizzarro Demoniaques dove lo stesso regista interpretava un prete porcone omicida e l’affascinante ma scombinato Avventure erotiche di Frankenstein. Negli anni 80 ci fu il buio più assoluto anche se di tanto in tanto qualcosa di buono usciva come il thriller Profonde tenebre, il war movie Dark mission o il remake de Il diabolico Dottor Satana, I violentatori della notte, questi ultimi due con la bellissima Brigitte Lahaie, musa dell’altro grande incompreso dell’horror europeo, Jean Rollin. Sicuramente in questa lista mancano film importanti, ma non era questa la missione prefissata, lo era ricordare un regista importante che ingiustamente è stato ricordato da TG ignoranti come “l’erede di Russ Meyer” o “Il maestro del trash”. Eppure Jess aveva lavorato fianco a fianco con Orson Welles, e, sarebbe bastata una visione di un suo qualsiasi film per stabilirne uno stile da autore, nel bene o nel male. Certo è che, genio o meno, il suo cinema particolarissimo ci mancherà. Se ne è andato a Malaga, quasi sottovoce, un anno dopo la sua Lina . Addio Jess.
About Andrea Lanza
Si fanno molte ipotesi sulla sua genesi, tutte comunque deliranti. Quel che è certo è che ama l’horror e vive di horror, anche se molte volte ad affascinarlo sono le produzioni più becere. “Esteta del miserabile cinematografico” si autodefinisce, ma la realtà è che è sensibile a tette e sangue.