Red: Werewolf Hunter

Un brutto tv movie sui licantropi nobilitato da una decorosa messa in scena.

Virginia, una discendente dei giorni nostri di Cappuccetto Rosso, porta a casa il fidanzato, Nathan, per farlo conoscere al resto della famiglia. Sarà costretta a rivelargli che in realtà lei e i fratelli sono dei cacciatori di lupi mannari. Quando Nathan però verrà morso da un licantropo Virgina si troverà costretta a difenderlo dalla sua stessa famiglia…

Sheldon Wilson è una classica bolle di sapone nel panorama delle tante promesse non mantenute nel cinema horror. Suo il fantastico Shallow ground – Misteri sepolti, film del 2004 che aveva fatto gridare in molti al miracolo, piccolo budget ma grandissima messa in scena. Certo erano seguite pellicole minori ma interessanti,  il fantascientifico Screamers 2 e l’eco vengeance Kaw l’attacco dei corvi imperiali, di fattura ottima, sicuramente meno originali dell’opera d’esordio, comunque sempre un gradino sopra i tanti prodotti dvd buttati alle masse fameliche. Dopo questi però Wilson si è perso nell’oblio delle opere più indegnamente commerciali, lui grande virtuoso della macchina da presa ridotto alla miserabilia di tv movie uno più brutto dell’altro, dal delirante Carny con l’ex star Lou Diamond Phillips allo slasher soprannaturale Mouthman, operette impreziosite dalla sua bravura registica eppure imperdonabilmente mediocri e insapori. Non fa difetto questo Red: Werewolf hunter, moderna rivisitazione del classico plot favolistico di Cappuccetto Rosso, girato per la tv via cavo Syfy con un budget tra il miserabile e l’affamato.

Ambientato in Canada il film si differenzia dai tanti prodotti per il piccolo schermo solo grazie ad una regia più vivace e meno anonima dello standard, e ad uso massiccio di scene splatter durante gi attacchi dei licantropi (sbudellamenti e scarnificazioni). Di contro gli attori, a cominciare dalla rossa protagonista Felicia Day, sono abbastanza anonimi e dilettanteschi da fare percepire fin da subito l’aria di filmaccio, rafforzata da una sciagurata computer grafica negli effetti speciali. Fa tenerezza vedere un horror a base di licantropi del 2010, anno non dimentichiamolo del bellissimo Wolfman, dove si ha il coraggio suicida di mostrare trasformazioni tanto brutte e mal realizzate da far pensare ai vecchi giochi per Commodore 64. Non basta citare in una sequenza (quella della morte del fratello maggiore di Red) il classico L’ululato di Joe Dante (“Chi ha paura del lupo cattivo”?) per sancire una certa serietà d’intenti se poi non li si avvalora con intreccio e pathos generale. Lasciamo poi da parte la storia, puerile e piena di buchi narrativi, che riflette lo spirito scalcagnato di un tv movie senza molto senso di esistere, neanche serie B ma Z. Di buono c’è sicuramente l’ambientazione quasi da post apocalittico carpenteriano che nobilita con una certa atmosfera le buone e concitate scene di combattimento. Questo però è merito di Sheldon Wilson che, come già detto e ripetuto, è un regista bravo e sicuramente più meritevole di attenzione dei suoi ultimi horror, mal scritti e poco interessanti. Il suo occhio capace di inquadrature azzardate e di non banali riprese è sicuramente sprecato in un cinema più di taglio della mortadella che di occhio fine. Peccato.

httpv://www.youtube.com/watch?v=qENMRbKYNmI

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