Cosa nasconde la casa dei vicini in cui anni prima una coppia venne uccisa dalla loro figlioletta? A scoprirlo una tenace Jennifer Lawrence in questo nuovo teen-thriller
Elissa e sua madre Sarah si trasferiscono in una bella casa all’interno di un parco naturale, si sono potute permettere quest’affare perché la casa è vicina ad una villa in cui anni prima la piccola Carrie-Anne uccise i suoi genitori prima di scomparire nei boschi. Ora in quella casa vive il solitario Ryan, fratello superstite della strage e Elissa non tarderà a stringere un forte legame che la porterà a scoprire la verità su quanto successo. La casa nel bosco c’è, la giovane protagonista dal viso angelico e dalla curiosità pericolosa anche, infine un disadattato pieno di misteri completa un quadro semplice ma sufficiente a creare un teen thriller nel suo piccolo in grado di intrattenere. Gli stereotipi sono presenti e sono necessari a creare le condizioni per lo svolgimento della storia: Elissa è l’ultima arrivata a scuola, ha un passato da musicista, i bulli figli di papà la snobbano perché non è una facile, la madre assente è in cerca di ricostruire un rapporto e non manca lo sceriffo bonaccione e Ryan, il superstite del caso di cronaca più famoso del posto e allontanato da tutti, nonché il tipo perfetto per stringere un rapporto con Elissa.
Non siamo di certo di fronte a un capolavoro del genere, ma, come dicevo, la storia è costruita sufficientemente bene e qualche bel colpo di scena – anche se facilmente intuibile – rende la seconda parte interessante. Il vero valore aggiunto della pellicola sta nella scelta della protagonista, una Jennifer Lawrence ormai veterana del cinema di ogni genere in grado di calarsi nei panni – come detto fortemente stereotipati – della giovane adolescente dalla famiglia disastrata in procinto di farsi una nuova vita e di uscirne comunque credibile: le sue fattezze angeliche e bambinesche contrastano in questo caso favorevolmente con le situazioni di pericolo in cui si andrà a cacciare tirando fuori quell’energia ormai tipica dei suoi personaggi (da Un gelido inverno a Hunger Games). Elizabeth Shue, star di un certo cinema anni ’80 e in grado di rimettersi sportivamente in gioco nel cinema dei giorni nostri (Piranha 3d), interpreta dignitosamente la madre di Elissa, mentre Max Thieriot (Jumper, My soul to take) mingherlino, introverso e dall’aria remissiva offre una buona prova per il misterioso e pieno di sconcertanti segreti Ryan.
E’ nelle interpretazioni quindi che si salva la pellicola di Mark Tonderai, laddove infatti si sarebbe potuto sfruttare in modo più intelligente l’ambientazione dei boschi o le grandi case immerse nel verde e dalle innumerevoli stanze, si preferisce invece dare spazio alle relazioni fra adolescenti, ricordando nella parte centrale, anche se fortunatamente solo da lontano, le atmosfere di “twlightiano” spessore. E’ forse questo il target di pubblico cercato e ciò che spiega anche la mancanza di elementi più horror che avrebbero giovato alla riuscita della pellicola e avrebbero soddisfatto gli appassionati del genere.
About Alessandro Cruciani
Cresciuto nella provincia di Viterbo a pane e film, tra notti horror e combattimenti alla Van Damme, ha coltivato questa passione arrivando a creare gruppi di folli appassionati di cinema su facebook e a collaborare con alcune recensioni su www.bizzarrocinema.it e wwww.horror.it. Al di fuori del lavoro ama leggere, ascoltare musica e divorare serie tv.