Riparte alla grande la serie tv horror più attesa degli ultimi anni.
Già nelle prime due stagioni, The Walking Dead ci aveva abituato a delle partenze a razzo, con episodi che riassumevano lo spirito della serie, racchiudendo tutto ciò che una storia di zombie avrebbe dovuto contenere. Anche stavolta, alle soglie della terza stagione, gli autori non hanno tradito le aspettative degli appassionati, e hanno confezionato un primo episodio pressoché perfetto, in cui suspense e azione corrono veloci per quaranta minuti, senza lasciare tempo a chi guarda di prendere un respiro e rilassarsi.
Avevamo lasciato i protagonisti in fuga dalla fattoria di Herschell ormai in mano ai morti viventi, e li ritroviamo ancora in cerca di un nuovo posto sicuro, dopo aver vagabondato per mesi, braccati dagli zombie e costretti a saccheggiare case alla ricerca di viveri, medicine e generi di prima necessità: Lori ormai ha un pancione prominente, ma con Rick qualcosa sembra essersi incrinato; Carl è diventato un pistolero provetto; tra Daryl e Carol sembra stia per cominciare qualcosa; Andrea si è separata dal gruppo e viaggia insieme a Michonne; dietro l’angolo si affacciano nuovi personaggi… sono state gettate le basi per una terza stagione ricca e interessante, in cui le ambientazioni cambieranno e dove entreranno in gioco nuove dinamiche. I tragici eventi accaduti alla fine della scorsa stagione hanno probabilmente permesso agli autori di azzerare il contachilometri e di ricominciare daccapo, spinti da una nuova linfa creativa che già dall’incipit del primo episodio spira forte e profumata (di carne putrefatta).
Nel prologo di circa cinque minuti, precedente alla sigla iniziale, autori e regista hanno sintetizzato il nuovo corso della serie: primissimo piano del volto sfigurato di uno zombie, macchina da presa che si allarga lentamente mostrando l’ambiente circostante, brusca entrata in scena dei protagonisti, nessuna battuta da parte dei personaggi, musica di sottofondo bassissima, solo i rumori “naturali” che circondano i sopravvissuti, veloce fuga finale con i morti viventi di nuovo a braccarli. Se questa sarà l’impostazione e il nuovo ritmo, allora ci attende davvero qualcosa di indimenticabile, tanto da far ricredere (forse) i tanti palati fini che avevano criticato The Walking Dead, perché troppo simile a una soap o perché priva degli zombie.
In questo primo episodio assistiamo a una vera mattanza, una di quelle che tanto era mancata nelle stagioni precedenti: i morti viventi ci sono eccome, sono il principale ostacolo tra i sopravvissuti e una nuova sperata salvezza, marciano verso di loro perfino in tenuta anti-sommossa, in attesa che questo nuovo e presunto paradiso si trasformi ancora una volta in un inferno in terra.
About Marcello Gagliani Caputo
Giornalista pubblicista, scrive racconti (Finestra Segreta Vita Segreta), saggi sul cinema di genere, articoli per blog e siti di critica e informazione letterario cinematografica, e trova pure il tempo per scrivere romanzi (Il Sentiero di Rose).
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ott 16, 2012Posted By
SelenePascarellaIn realtà la soap c’è, come è giusto che sia, ma viaggia sottotraccia, dove è il suo posto in una storia segnata dal viaggio e dalla morte. Infilata qua e là nell’azione con veloci scambi (e non pesissimi dialogoni) c’è tutta la tensione x i 7 mesi di Rickocrazia, il senso di colpa rimpalattato tra Lori e il marito x la morte di Shane, l’identificazione di Carl con il padre attraverso il rifiuto morale della mamma.
“Il piccolo Shane ha un grande appetito….” “Shane non ci avrebbe mai portato così lontani….”
“Che facciamo, scopiamo?”
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ott 16, 2012Posted By
Marcello Gagliani CaputoIl “problema” della soap è più un alibi per i prevenuti e per i bastian contrario di professione (vedi tanti presunti blogger), e non è un difetto, anzi. Ricordiamoci che già dalla prima puntata (in cui si scopriva che il ragazzo di Laura Palmer aveva un’altra relazione) anche “Twin Peaks” era strutturata così. L’importante è non eccedere come successo, appunto, nella seconda stagione del serial di Lynch, in cui il fattore soap ha poi preso il sopravvento, esattamente come accaduto nella seconda stagione di “The Walking Dead”. Adesso la strada si è aperta, gli spazi sono di nuovo sterminati e quindi la storia può procedere senza soffermarsi troppo sulle relazioni tra i personaggi. Speriamo avvenga.