C’è un De Maupassant che non ti aspetti. Il maestro del racconto moderno, irriverente accusatore della società borghese, fu l’ideatore di una creatura tra malattia mentale e presenza soprannaturale.
Le Horla (Le Horla e altri racconti dell’orrore, Newton, Tascabili Economici 100 Pagine 1000 lire, numero 140) è un mostro che si presenta in punta di piedi. Dapprincipio sembra un “innocuo” disturbo mentale, uno di quelli che ti fa vedere e udire cose-che-non-dovresti-vedere-e-udire. Poi il fastidio comincia a diventare ossessione. Il confine tra l’organico del cervello e l’altro del soprannaturale si assottiglia. Forse cosciente di questa duplice interpretazione, che poi è un topos di tanta letteratura fantastica, De Maupassant realizza almeno due versione del racconto. La seconda è quella che scansa e accoltella, senza mai ucciderla definitivamente, la spiegazione psichica. Si tratta, in definitiva, di un essere antico, che esisteva già prima dell’uomo, e che ha deciso di perseguitare il malcapitato protagonista.
Ecco cosa scrive ad un certo punto. «È venuto, Colui che prevedevano i primi terrori dei popoli primitivi, Colui che esorcizzavano i sacerdoti inquieti, che gli stregoni evocavano nelle notti scure, senza vederlo apparire ancora, a cui i presentimenti dei padroni effimeri del mondo prestarono tutte le forme mostruose o graziose degli gnomi, degli spiriti, dei geni, delle fate, dei folletti». Poi cita i classici riferimenti dell’epoca come Mesmer (anche Poe si ispirò alle opere del medico austriaco per scrivere splendide cose come Rivelazione mesmerica e La verità sul caso di Mr. Valdemar) per lasciarci senza soluzione perché «Lui è venuto, il… il… come si chiama… mi sembra che mi gridi il suo nome, ma io non lo sento…».
Anche sul nome della creatura, praticamente intraducibile, ci sono state differenti interpretazioni tra cui Ce Horla come anagramma di cholera, anche se l’interpretazione più semplice è Hors La, nel senso di espulsione del corpo estraneo. Una concezione che non stupisce perché il francese viveva in una realtà dove l’uomo era schiacciato da entità più o meno consistenti e reali.
Al cinema bisognerà attendere il 1963 per vedere trasposto il racconto in Horla – Diario Segreto di un pazzo di Reginald Le Borg. Mai attesa fu più vana perché il film, che mette dentro la storia anche un altro racconto di De Maupassant che si chiama Diario di un magistrato, non si stacca dalla mediocrità complessiva, nonostante la presenza di Vincent Price.
About Rosario R. Battiato
Una vita nel color catrame di una città di pietra lavica costringe a considerare gli aspetti più vergognosi e perversi della propria persona. Un lato oscuro che non servirà a divenire un personaggio da romanzo, e che non aiuterà nemmeno a scrivere un romanzo dove piazzarsi autonomamente. Raggiunta la rassegnazione, scrive di mostri e altre malattie, cioè del proprio sogno interrotto. Si è salvato fondando Asterischi.it, un blog ludico letterario, che è stato in seguito contagiato e oggi contiene La metà oscura, una rubrica di letteratura di genere.
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