“Daremo alla gente un nuovo Evil Dead, che loro lo vogliano o no“.
La giovane promessa del cinema ai tempi del web 2.0 alla resa dei conti di un esordio che più pericoloso non si potrebbe, il ventenne progetto di diva in rampa di lancio cresciuto alla corte delle serie tv americane e uno dei volti più iconici della storia dell’horror che un curioso corto circuito produttivo, temporale e affettivo vuole nei panni di produttore del remake del film che ha reso leggenda.
Fede Alvarez, Jane Levy e Bruce Campbell: tre nomi che andranno a giocarsi molto con il remake del leggendario Evil Dead, previsto negli USA per il prossimo 13 aprile. Queste le loro prime dichiarazioni.
A cosa ci troveremo di fronte?
Fede Alvarez: A qualcosa idealmente molto legato alla pellicola originale. Evil Dead ha così tanti contenuti che quando uno come Sam Raimi ti contatta proponendoti il remake, quello che ti sta chiedendo è la tua personale versione del film. Mi sono chiuso in una stanza con il mio migliore amico e abbiamo scritto la pellicola insieme. Sono partito pensando a cosa rappresentasse Evil Dead per me: avevo docici anni quando l’ho visto per la prima volta, ed è stata un’esperienza tanto rivoluzionaria quanto lo è stata la prima volta che ho visto un film porno. L’ho visto per ultima volta circa sei anni fa e per questa sceneggiatura ho evitato di riguardarlo: volevo mantenere ben chiare in testa tutte quelle idee chiave nate da quella prima visione che erano rimaste con me nel corso degli anni. Ed è questo che ho cercato di mettere nella pellicola: banalmente, abbiamo cercato di girare il film più spaventoso, violento e cattivo della storia del cinema.
E’ giusto considerarlo un remake?
Non è una questione che mi interessi particolarmente, le etichette servono solo al marketing. E’ un film, dura novanta minuti e si chiama Evil Dead. E’ la storia di cinque ragazzi che raggiungono una casa sperduta in un bosco per accompagnare un amica in cerca di isolamento per liberarsi di una dipendenza. Una volta lì, scoprono il Necronomicon. Questo fa della mia pellicola un remake? Davvero non lo so.
Puoi anticiparci qualcosa sul suo tasso di violenza?
Sarà senza dubbio molto violento. Sam Raimi sostiene che esista una linea molto sottile tra la risata travolgente e il terrore più puro. Noi abbiamo cercato di stare costantemente in equilibrio su quella linea. E ci sarà davvero molto sangue, soprattutto per quanto riguarda il finale. Tutto quello che il pubblico vedrà, sarà stato fatto davvero, nessun trucco in CGI. Sarà pure più pratica e veloce, ma la odio. Abbiamo preferito concentrare le nostre forze sulla costruzione di una lunga serie di trucchetti pratici…
Ti senti circondata da particolare pressioni?
Jane Levy: A dire il vero no. Credo che se iniziassi a pensare seriamente a tutta quella gente che pregiudizialmente non farà altro che odiare la pellicola, finirei per restarne paralizzata, e non servirebbe a molto…
Cosa ne pensi della pellicola originale?
L’ho vista per la prima volta dopo aver ottenuto la parte, e l’ho immediatamente adorata. Mi ha terrorizzata, e davvero non capisco come il pubblico riesca a trovarlo divertente. Mi è piaciuto molto l’uso registico della soggettiva: è un elemento che, pur con diverse variazioni, abbiamo mantenuto anche per la nostra pellicola.
Quant’è stato impegnativo affrontare gli effetti speciali old school scelti dal regista?
E’ stata la cosa più difficile che abbia fatto in vita mia. Mi sono fatta male, spaventata, e non volevo fare altro che tornarmene a casa. A dire il vero non ho nemmeno dovuto recitare così tanto! Durante le audizioni, Bruce (Campbell) ha esordito chiedendomi: “Hai idea di cosa significhi venire sepolta viva? Conosci la sensazione che si prova nell’avere un tubo infilato il gola?“
Come reagiranno i fan davanti al remake di una pellicola tanto importante?
Bruce Campbell: Credo bene, perché tutti noi siamo molto rispettosi e grati della gelosia che i fans provano nei confronti dell’originale. Nei suoi confronti sono protettivi tanto quanto lo siamo noi. Sono i produttori dell’originale a finanziare questa pellicola, non qualche produttore a caso con un grosso sigaro in bocca. Ci è voluto molto tempo a mettere tutte le cose al posto giusto, così come a trovare il giusto regista, ma ora siamo pronti.
E’ già previsto un sequel?
Non è questo il gioco a cui stiamo giochiando. Abbiamo deciso di ragionare un film alla volta perché il remake di Evil Dead è stato per molto tempo quanto la cosa meno realizzabile in assoluto in campo horror. La stessa idea alla base di Evil Dead è in forte contraddizione con il concetto di franchise. Crediamo semplicemente che fosse giunto il momento giusto per rimettere mano all’originale.
Perché un remake dell’originale e non un quarto capitolo della serie?
Perché ormai abbiamo tutti una certa età: non credo che sarebbe stata una buona idea!
About Andrea Avvenengo
E’ nato nel terrore spiando Twin Peaks alla TV. Il tempo ha messo in fila passioni su passioni, raffinando (o imbarbarendo?) i gusti, ma senza mai scalfire la capacità del cinema fantastico di scaraventarmi indietro nel tempo, la mani davanti agli occhi, terrorizzato e fottutamente felice.