Certe volte, cose terribili avvengono alle persone buone. O a quelle che, inizialmente, appaiono tali.
Certe volte, cose terribili avvengono alle persone buone. O a quelle che, inizialmente, appaiono tali. Non esiste una linea di confine che separa i buoni dai cattivi perché, dentro ogni essere vivente, convivono entrambe le realtà. È la sua coscienza a scegliere, è la sua inclinazione a propendere per una o per l’altra, ma, in fin dei conti, sono anche gli individui che lo circondano a fare la differenza. Airbone, il nuovo thriller di Dominic Burns, regista di UFO, mostra proprio quanto sia labile il confine tra bene e male e quanto sia facile, davanti a un pericolo imminente, liberare la propria natura selvaggia.
Poco prima che una violenta tempesta di neve si abbatta su un importante aeroporto americano, un ultimo aereo di linea prende il volo. Durante la traversata, però, la torre di controllo viene avvisata che entrambi i piloti hanno perso la vita mentre all’interno dell’aereo iniziano ad accadere strani avvenimenti tra i più rispettabili passeggeri. Possibile che si tratti (soltanto) di un attentato terroristico?
Definito dallo stesso regista un tongue-in-cheek film, Airbone rivela subito la sua vera natura: una parodia sporca, (s)garbata, politicamente scorretta. Niente è come sembra e nessuno è chi dice di essere. Accusando involontariamente (!) il governo, colpendo accidentalmente (!) i benpensanti, sbeffeggiando apertamente i religiosi bigotti, la pellicola di Dominic Burns inizia e finisce bluffando spudoratamente. La sceneggiatura scritta da Paul Chronnell non presenta reali colpi di scena, non colpisce per il genio creativo, non stupisce per qualità e scrittura. I dialoghi sono impacciati, improvvisati, troppo spesso sopra le righe per risultare credibili. Sebbene nel cast figurino attori del calibro di Billy Murray, Mark Hamill, Julian Glover e Sebastian Street, il film non decolla, non cattura l’attenzione e persino le sveltine consumate nel piccolo bagno aereo appaiono squallide e stantie.
Ispirandosi alla matrice di The Twilight Zone, Airborne si avvicina prima a temi fantascientifici di virus letali, poi se ne distacca per sfoggiare uccisioni gratuite e piene di sangue in tipico stile slasher e, infine, approda al thriller per esaltare il senso di claustrofobia estenuante con riprese in interni scuri e poco illuminati. Un errore di fattura, un film strutturato male, una storia mal scritta e, insomma, una bomba a orologeria mal congegnata.
About Martina Calcabrini
Ha ereditato l'amore per il cinema horror quando era ancora in fasce. La passione per le creature mostruose, per l'ignoto e per l'oscuro le scorre nelle vene e le permette di affrontare qualsiasi Mostro della notte...
Twitter •