Quando l’amore va al di là di ogni possibile umana concezione…
È difficile dare un’opinione a caldo su un film come The Moth Diaries. La prima impressione, quella più superficiale, è certamente negativa: il film di Mary Harron è il classico urban fantasy a tinte lesbo che tanto piace al cinema americano ultimamente (basti pensare a Jennifer’s Body per rendersene conto). Ma è con una lettura approfondita che ci si rende conto di come, nonostante non sia propriamente un capolavoro, in un certo senso The Moth Diaries conservi una sua dignità cinematografica. A suo modo, almeno. Liberatevi da ogni preconcetto: sapete già di non dover assistere necessariamente ad un capolavoro. Dimenticate di aspettarvi il film più bello della stagione precedente: The Moth Diaries non ha quel tipo di pretese, perciò non pensateci neppure per un istante.
Ripercorrendo in chiave moderna la leggenda di Carmilla, magistralmente ritratta dal grandissimo Sheridan Le Fanu, l’ultimo film della regista di American Psycho racconta la storia di una viscerale amicizia, quella tra Lucy (un chiaro rimando all’opera di Stoker o una semplice coincidenza?) e Rebecca, minata improvvisamente dall’arrivo di una inquietante ed avvenente fanciulla di nome Ernessa (interpretata dalla splendida Lily Cole). Misteriosa, magnetica e pericolosa, la bella Ernessa potrebbe non essere quello che sembra. Spetterà a Rebecca, come a noi spettatori, scoprirlo… Prima, però, che sia davvero troppo tardi.
Un po’ teen movie, un po’ romance, The Moth Diaries (tratto dalle pagine del romanzo d’esordio di Rachel Klein) non si può effettivamente considerare un film horror a tutti gli effetti, poiché vengono a mancare tutti quegli elementi della tensione utili a tenere lo spettatore sul filo del rasoio fino alla fine del film. Si gioca a carte scoperte, le dinamiche si sviluppano in maniera fin troppo prevedibile e l’epilogo, pur drammatico, non lascia spiazzati. Ma allora dov’è l’intento di Mary Harron? Forse, per la regista americana, non ha importanza dimostrare che Ernessa, la protagonista, custodisce in realtà un ingombrante segreto: è molto più importante, in questa sede, infatti, analizzare la psiche dei personaggi principali, i legami palesi e quelli più nascosti, la metabolizzazione e metamorfosi di un dolore che non si vorrebbe mai affrontare. La protagonista del film, Rebecca, rappresenterebbe, a mo’ di sineddoche, la fatica che ogni giovane donna adolescente è costretta ad affrontare per superare un dolore dopo l’altro, riuscendo a mantenere una costante, ma labile, lucidità.
About Luna Saracino
Appassionata, maniacale, artisticamente onnivora, anche se l’horror in ogni sua forma e sostanza è entrato a far parte della sua vita fin dalla più tenera età e oggi cinema e letteratura (horror e non solo) più che una passione, forse, sono diventati una vera e propria ragione di vita.