Era il 1964 Margheriti, al suo secondo exploit cinematografico di genere, ha firmato un gotico bellissimo che ancora oggi riesce ad affascinare gli spettatori, un film innovativo entrato di diritto nella schiera dei cult.
Gli appassionati di Horror non posso trascendere dai film di Margheriti, che sebbene nel tempo non ha poi saputo replicare i successi iniziali, ha lasciato un importante segno nel cinema horror italiano. Varrebbe la pena annoverarlo anche solo per questa pellicola.
Londra. Prima metà dell’8oo. Edgar Allan Poe riscuote successo e fa discutere di sé. Anche al chiuso di una taverna fumosa, egli non può fare a meno di attirare l’attenzione di un giornalista. Poe dice di non inventare nulla nelle sue storie, di essere solo un cronista. Ma il giornalista Alan Foster, non crede che tali storie siano reali, e così che da buon inglesi fanno una scommessa. Qualora Alan riuscisse a passare la notte dei morti nel castello abbandonato di Lord Blackwood, senza scappare e possibilmente restandone vivo vincerà cento sterline. Lo scetticismo del giornalista e la sua necessità monetaria lo portano al castello. Quasi subito viene a conoscenza dei suoi abitanti.
Inizialmente non capisce di essere di fronte a dei fantasmi, cerca di dare una spiegazione logica a ogni avvenimento strano, ma poi rivivendo più volte la stessa situazione realizza di essere in pericolo e che deve farsi coraggio. Incontra una schiera di personaggi non appartenenti alla famiglia, anch’essi condannati a rimanere nella casa e a rivivere gli ultimi momenti delle loro vite. Ma è l’incontro con una bellissima donna che lo destabilizza del tutto. Si tratta di Elizabeth Blackwood, languida signora, che con le sue lente e sensualio movenze incanta il giornalista, fino a farlo innamorare. Troppo tardi Alan si renderà conto che per risorgere dal mondo dei morti Elizabeth e gli altri fantasmi hanno bisogno del sangue, solo così nella notte dei morti potranno tornare umani. All’alba, proprio quando quell’infinita notte sembrava giunta al termine, e Alain sembrava aver vinto la scommessa, fuori da quella casa un soffio di vento porta via la vita del giornalista, e anche per quella notte il destino è compiuto. E Edgar Allan Poe fa spallucce.
Una pellicola raffinata. tecnicamente e qualitativamente non precisa, non pulita. Come sono quelle a cui il nostro occhio è abituato. Ma al giorno d’oggi bellissima per questo. Gli effetti del bianco e nero le regalano un aurea ancora più misteriosa e intensa. Un capolavoro assoluto dell’horror, o quantomeno uno dei capisaldi della panorama horror italiano. Margheriti ha ripreso le pagine di Poe, riuscendo a riprendere e ricalcarne il senso dell’orrido, il puro goticismo che quelle pagine traspirano. Il protagonista prima di incontrare Elizabeth incontra uno strano dottor Carmus, uno scienziato in crisi con la vita che auspica una vita oltre alla morte, un panegirico con cui vorrebbe mettere in guardia protagonista e spettatori. Danza Macabra è un film tipico del romanticismo inglese, quello oscuro, cupo, eros e tanatos, miscelato all’espressionismo più rigoroso. Erotismo e disperazione miscelati insieme, non dimentichiamo che Margheriti è uno di quei registi che ha fatto sempre leva sulla sensualità. Ed è così che ci ritroviamo di fronte a una delle prime scene saffiche, ancora un pò soft, ma piacevole, ed esplicita. La musa di Margheriti, la bellissima Barbara Steele storica regina dell’horror italiano, si muove nelle sue trasparenze con naturalezza, col volto bianco di morte e gli occhi grandi, incanta il protagonista e lo spettatore. Accanto a lei vediamo brava Margaret Robsham amica innamorata non ricambiata di Elizabeth che sarà un pò la causa di tutto. Siamo ancora nel 1963-64 l’amore lesbico non è che sia proprio accettato, ma Margheriti ne ha fatto uno dei suoi segni identificativi, più o meno presente in ogni sua opera.
Effetti speciali datati, ovviamente, polvere scheletri e ragnatele non fanno più saltare sulla sedia nessuno, ma nonostante queste piccole debolezze dovute all’età della pellicole una bellissima fotografia con un gioco di luci superbo rende questa pellicola perfetta con il giusto ambient per un horror di tutto rispetto. Un film che consiglio di vedere e di rivedere peccato per Margheriti che malgrado i suoi tentativi di doppiarne il successo, e soprattutto la bellezza non è mai riuscito a fare qualcosa di così magistrale.
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