A discapito di quel che si possa pensare, Anatomia dei fantasmi è un romanzo insolito, di difficile collocazione e natura. Se trama, titolo e copertina possono far pensare facilmente ad un libro a forti tinte horror, il suo intreccio, in realtà, è ben lontano da queste premesse. Almeno nelle sue battute iniziali
Il romanzo di Andrew Taylor è un libro difficile non tanto per la sua struttura, quanto proprio perché a volte è difficile comprendere le reali intenzioni dello scrittore. Voleva davvero scrivere un romanzo paranormale? O la sua è semplicemente – o piuttosto – la decrizione cupa e sofferente di un uomo dilaniato dal dolore e alla ricerca di una risposta ai quesiti esistenziali della vita o della morte? Difficile dirlo così, su due piedi, ma ancora più complicato è stabilirlo dopo un’attenta lettura.
Intendiamoci: Anatomia dei fantasmi è un romanzo interessante. Insolito, ma interessante. Taylor indugia in maniera alquanto singolare sulle premesse del racconto e lascia pochissimo spazio alla descrizione dei personaggi (il che potrebbe essere quasi un bene, se vogliamo, perché in un certo senso, così facendo, stimola sensibilmente l’immaginazione del lettore, preparandogli il terreno piano piano verso la risoluzione finale).
Il suo protagonista, l’umile libraio John Holdsworth, dilaniato dal dolore della perdita di figlio e moglie a distanza di pochissimo tempo, è un uomo comune, non senza le fragilità tipiche di un uomo della strada. Eppure c’è qualcosa di “alto” ed estremamente profondo in lui, come una sorta di dono che lo rende estremamente empatico e sensibile. Questa empatia, questa sensibilità, in un certo senso, arrivano al lettore con prepotenza e rimangono alte per tutta la durata del romanzo, fino al suo svolgersi finale.
Nonostante di horror sembri avere solamente il nome, Anatomia dei fantasmi si presenta, tuttavia, come un romanzo che strizza l’occhiolino al passato, a quei romanzi ottocenteschi letterariamente vistosi, pomposi, estremamente accurati nella descrizione dei dettagli: avendo ambientato, appunto, il suo romanzo in pieno 1800 inglese, Taylor sembra riuscire in maniera quasi magistrale a riprodurre oserei fedelmente quel preciso manierismo letterario, immergendo il lettore esattamente al tempo del racconto, favorendo, così, un’adeguata immedesimazione col protagonista.
About Luna Saracino
Appassionata, maniacale, artisticamente onnivora, anche se l’horror in ogni sua forma e sostanza è entrato a far parte della sua vita fin dalla più tenera età e oggi cinema e letteratura (horror e non solo) più che una passione, forse, sono diventati una vera e propria ragione di vita.