Basta un soffio leggero di paura per far crollare quelle certezze e ci rendiamo conto di quanto deboli possano essere le nostre convinzioni, le nostre abitudini. La nostra capacità di ragionare, la nostra razionalità, Muri di carta.
Chi scrive storce un po’ il naso di fronte alle raccolte di racconti, figurarsi trovarsene una di 477 pag. Ma avendo apprezzato i precedenti di Lindqvist ho aperto il libro con entusiasmo e con entusiamo ho sfogliato le pagine senza restarne delusa.
Una lettura godibile, piacevole. L’autore ci fa fare un giro nella sua Svezia, ci presenta una schiera di personaggi che si trovano in situazioni strane. Ritroviamo qui i personaggi di Lasciami entrare, così d a capirne che fine hanno fatto, incontriamo un controllore del tram, testimone della felicità di una coppia di sposi, legati da una vicenda triste, veniamo a conoscenza di una agente di sicurezza del porto che ha strane manie e la capacità di sentire i pensieri e le ansie delle altre persone, incontriamo un uomo che impazzisce in seguito al suo naufragio, incontriamo la paura, la gioia, la magia, il sovrannaturale, la morte.
I racconti si sviluppano con calma, Lindqvist ci rende testimoni delle varie vicende con obiettività, non crea ansia nel lettore, ma costruisce le vicende lentamente tanto da creare la giusta tensione necessaria a continuare la lettura.
Le certezze che si hanno nella vita costituiscono per noi un rifugio, un caldo riparo dalle ansie, dalle cose che sconosciamo. E’ possibile trovarsi a contatto con il sovrannaturale? il confine tra realtà è fantascienza, ragione e follia è davvero ben delimitato? O siamo protetti solo da muri di carta?
L’autore concentra qui le tematiche a lui care, e a parte pochi sprazzi prettamente horror e zombesco, lavora molto sulla quotidianità dei protagonisti, su vicende reali che si incrociano con il paranormale senza esagerazioni, a volte senza nemmeno esplicitarne troppo le modalità, come se avesse voluto solo mostrarci il male e la follia che ci circonda senza possibilità di ribellione.
«Storie che ho scritto sui miei muri di carta, quelle pareti sottili che ci separano da tutto quello che non sappiamo spiegare, l’altro. Sono racconti d’amore e di morte. Parlano di come reagiamo quando amore e morte entrano in collisione e i mostri emergono dai loro nascondigli. Buona lettura!» John Ajvide Lindqvist
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