Cinema The Watermen

The Watermen

“Non aprite quella porta” e “Le colline hanno gli occhi” in trasferta in mezzo all’Atlantico.

Un gruppo di ricchi ragazzi annoiati vive in un mondo completamente asettico e plastificato, assolutamente fasullo, considerando loro stessi al di sopra di tutto il resto, Natura (notare la maiuscola) compresa. Il loro unico obiettivo è condensato dalla battuta di una delle tre bellissime, tettonatissime, rifattissime (cosa di cui avremo la prova) ragazze: “Let’s go fun!”, “Andiamo a divertirci!”

Come spesso capita, soprattutto nei film e soprattutto nelle produzioni americane, la superficialità dei protagonisti li porta a sottovalutare pericoli che allo spettatore sembrano ovvi, e quindi a trovarsi in un meritato mare di merda. In questo caso il mare non è metaforico, perché i nostri sei eroi sono andati a fare una battuta di pesca al marlin, quei meravigliosi pesci il cui destino è di finire imbalsamati sopra il camino di qualche pescatore della domenica, armato solo della tecnologia che i soldi possono comprare e assolutamente privo di rispetto per le prede.

Dopo una prima parte in cui il regista Matt Lockhart, che dimostra di avere ben imparato la lezione dei vari telefilm adolescenziali americani, ci fa quasi odiare i protagonisti e il loro atteggiamento, eccoli finalmente in balia di quel fato che hanno sempre ignorato, convinti di poterselo creare da soli. In panne in mezzo al mare, senza radio, elettricità, acqua potabile, carburante e, inutile dirlo, speranze. In questa situazione estrema gli attriti che già stavano covando sotto la cenere, iniziano a rivelarsi. Ma com’è possibile – sembrano chiedersi i sei ragazzi – che noi, specie dominante stiamo subendo tutto questo? E infatti, come in risposta alle loro preghiere (che sembrano più ordini) arriva un peschereccio al quale chiedono, come prima cosa, acqua da bere.

Da questo momento si precipita nel più becero, e soddisfacente devo ammettere, porno-torture: sul natante infatti c’è un gruppetto di pescatori (Watermen, appunto), la cui attività preferita è di smembrare i loro consimili. Le efferatezze non si contano, a partire da una mastectomia durante la quale avremo la prova degli interventi del chirurgo plastico di cui si parlava prima. Squartamenti, accoltellamenti e un uso improprio e creativo di un arpione curvo, di quelli utilizzati per agganciare i pesci più grossi e portarli a bordo, si alterneranno durante l’ora abbondante in cui i ragazzi saranno in balia dei folli.

Se a questa carneficina aggiungiamo l’antipatia dei protagonisti, otterremo un piacevole e lungo intervallo durante il quale si tenterà di rispondere: “Come si sente un pesce mentre viene sfilettato?” Con ogni probabilità, infatti, il punto da cui è partito il regista, che è anche sceneggiatore di questo baraccone marino, è proprio l’atteggiamento che molti hanno nei confronti di creature innocenti: personalmente ho trovato rivoltante e rivelatore il modo con cui uno dei protagonisti “finisce” un pesce spada appena pescato, colpendolo sulla testa con una mazza da baseball, attrezzo che sembra non mancare mai in una produzione americana. Il finale ve lo lascio come sorpresa, anche se chi ha visto anche solo il trailer di “Halloween” può immaginarlo…

Il film è indubbiamente ben costruito, con tutti i pezzi al posto giusto, i tempi rispettati perfettamente (l’arrivo del peschereccio assassino arriva a un terzo del film, giusto giusto). La fotografia è ottima, e le parti di macellazione fatte relativamente bene, riuscendo a creare il giusto disgusto cercato dagli appassionati del genere.

La recitazione è quella standard dei film americani, con slang e modi di dire giovanili a tutto spiano. I protagonisti sembrano stati scelti più per le doti estetiche che per le capacità tecniche di recitazione Jason Mewes (Clerks, Clerks II), Luke Guldan (Gossip Girl) tra i maschietti e Joy Glass (Border Town) e Tara Heston (qui alla prima apparizione) per le ragazze, che, tra l’altro, passeranno la maggior parte del film in bikini, cosa che in effetti non guasta. Una menzione speciale per Richar Riehle, una vera icona della produzione americana, che in questo film interpreta ottimamente l’enigmatico proprietario di un negozio di articoli per la pesca.

E ricordate che per pescare bisogna prima pasturare, e l’esca migliore è la carne…

The Watermen - VOTO: 2/5

Anno: 2011 - Nazione: USA - Durata: 92 min.
Regia di: Matt L. Lockhart
Scritto da: Matt L. Lockhart
Cast: Jason Mewes - Richard Riehle - Luke Guldan - Joy Glass - Tara Heston
Uscita in Italia: - Disponibile in DVD:

About overhill
Nato a Torino, dove si occupa di informatica per lavoro e musica per diletto. Scrive e pubblica due romanzi, "Dove la notte inizia" e "Tabula rasa", e mentre lavora al terzo scrive sceneggiature per film e fumetti. Collabora con "Horror.it" a tempo perso, per divertimento e per approfondire la conoscenza del vasto mondo dell'horror. Ma più per divertimento.

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