Paranormal Xperience è forse il peggior horror degli ultimi anni, sicuramente uno dei più ingenui. Un gruppo di studenti indaga un po’ per gioco un po’ per curiosità sullo strano caso di un medico impazzito anni prima, ucciso dai pazienti e sepolto in una miniera nella provincia spagnola.
Possiamo dirlo senza neanche prendere fiato, senza neanche stare a sciorinare paradigmi critici salvatutto manco fossimo in un Baywatch mereghettiani: Paranormal Xperience fa schifo. E aggiungiamo che fare schifo così è quasi una cosa straordinaria. Si perché si può essere davanti a un brutto film, ma alla fine trovi quella scena girata bene, quel battito d’ali di farfalla che ti fa spalancare la bocca e dire Wow, per caso, per rabbia di rivalsa critica di un regista che urla “Volevo essere Godard!” mentre fa scoreggiare un comico di Zelig, ma girare un piattume così desolante, così improvvisato e senza nulla, ripeto nulla, di memorabile, beh cari miei, ci vuole genio! Anzi qualcosa di buono c’è ma è extra cinematografico, e non è il 3d, orribile e malcongeniato con quei due o tre momenti di “Buh!” da fantasma formaggino e tanta pessima CGI (computer grafica), ma il culo di Belen!
No no non la nostra Belen Rodriguez con farfallina inguinale, con spallina che cade a Sanremo, con fidanzato Scarface dei paparazzi, ma la meno inflazionata Úrsula Corberó che leggiamo essere stata dal 2008 al 2011 protagonista di Física o química, serial teen di un certo successo in Spagna, sbarcato pure da noi in Italia. Appunto a lei spetta l’onore di vestire i panni di Belen, studentessa dal quoziente intellettivo pari a zero, inquadrata feticisticamente dal regista Sergi Vizcaino in primi piani brassiani che esaltano il suo lato B notevole. Non pensiate però che ci siano nudi, no no, siamo in territori di repressione franchista senza forse che gli autori di Paranormal Xperience sappiano che la dittatura del Generale è finita quasi trent’anni fa. Almeno il sangue c’è però, è poca cosa, è mal fatto, ma sant’Iddio c’è e potrebbe pure essere divertente con volti deturpati con pezzi di vetro, carne tagliata con gusto e schizzi di sangue ballerini, se solo il cattivo, un dottore pazzo, non condisse le scene di morte con dubbie battute alla Freddy Krueger del tipo “Che bel visino, ma il culo è meglio!” ( e immaginate a chi lo dice).
E’ lo sconforto del genere slasher che non vive una dimensione post Scream, ma cerca una strada di stupidità assolutamente originale che sfocia nel nonsense, nel parodistico senza humor, nello stupido fastidioso senza neanche il potersi sfoggiare del titolo di film trash perché anche il trash ha le sue regole. Paranormal Xperience, seguendo questo ragionamento, è forse l’horror più brutto girato quest’anno. E per fortuna noi italiani, malgrado i Roy Bava in agguato, siamo salvi, perché questi primati di bruttezza ineguagliati non li abbiamo forse mai toccati. Inutile poi cercare di infierire troppo su questo titolo, bisogna stargli alla larga come una moglie che ti ha fatto trecento volte becco e ti chiede scusa, come l’amico ladro che progetta di rubarti in casa, come i preti spretati che tornano a casa alle 3 di notte, come una prostituta col complesso di Martha Stewart, come chi spergiurerà che in fondo Paranormal Xperience è bello perché, me l’ha insegnato Louis Gossett Jr., nel mondo ci sono solo tori e cretini e io in questo caso non vedo le corna. Per il resto posso solo aggiungere che chi ha scritto questo pasticciaccio ha pensato di mettere in scena gli omicidi di un certo Dottor Matarga nel villaggio di Sussurro. Eh? Ma ci è o ci fa? Ah inutile dire che il film non c’entra nulla con Paranormal activity, ma fin dalla copertina fa tutto per farcelo credere. Almeno noi negli anni d’oro del nostro horror d’imitazione avevamo i Fulci Zombi 2, qui solo lo scimmiottare tanto horror recente senza capirlo. Braccia rubate all’agricoltura o alle miniere di sale su alpha Centauri. Che schifo. Che schifo. Che schifo.
About Andrea Lanza
Si fanno molte ipotesi sulla sua genesi, tutte comunque deliranti. Quel che è certo è che ama l’horror e vive di horror, anche se molte volte ad affascinarlo sono le produzioni più becere. “Esteta del miserabile cinematografico” si autodefinisce, ma la realtà è che è sensibile a tette e sangue.