Lo strano caso del Dr. Jekyll e del Sig. Hide

L’uomo non è veracemente uno, ma veracemente due. E dico due, perché le mie conoscenze non sono giunte oltre.

Altri seguiranno, altri porteranno avanti queste ricerche, e non è da escludere che l’uomo, in ultima analisi, possa rivelarsi una mera associazione di soggetti diversi, incongrui e indipendenti.

Così scriveva Stevenson per bocca del suo stracelebre Dr. Jekyll e mai profezia letteraria fu più azzeccata. Nove anni prima degli Studi sull’isteria di Sigmund Freud, anticipando le scoperte della psicoanalisi e quasi presentendone i successivi sviluppi verso la psicopatologia del profondo, Stevenson creò un mito letterario destinato a fare scuola.

La leggenda vuole che, come nella migliore tradizione gotica (si pensi al Frankenstein e al Dracula), l’idea per il racconto sia nata da un sogno angoscioso che lo scrittore britannico fece nell’autunno del 1885 mentre si trovava a letto preda di spossanti attacchi di emorragie polmonari. La storia, scritta in tre giorni di lavoro febbrile, sarebbe poi stata letta da Stevenson al figlio adottivo e alla moglie, la quale, avanzando numerose critiche, avrebbe provocato la distruzione del manoscritto e una successiva riscrittura che sarebbe durata altri tre giorni.

Fin qui la leggenda. In realtà, molto probabilmente, il lavoro fu sì terminato in breve tempo, ma con ogni verosimiglianze la stesura richiese almeno un paio di mesi. Per quanto Stevenson si fosse sforzato di concluderlo e pubblicarlo in vista della stagione natalizia (la più favorevole a progetti editoriali di un certo richiamo), Lo strano caso del Dr. Jekyll e del Sig. Hyde uscì nel gennaio del 1886 in un’edizione popolare da uno scellino. E fu un successo.

Eccellente esempio di letteratura romantica sul tema del Doppio, il romanzo di Stevenson è un racconto a incastro, che dosa la suspense fino alla straziante confessione conclusiva dello stesso Jekyll. Qui il “frankensteiniano” dottore racconta tutti i retroscena della sua scoperta: la creazione di Hyde, il nascosto, il “rimosso” (diremmo con terminologia psicanalitica), il “volto di Satana”, un essere scimmiesco rattrappito e mostruoso, che rappresenta la quintessenza del male che si compiace di sé stesso e delle proprie perversioni. Se pure ormai si è inevitabilmente perso il piacere di un approccio vergine alla storia, quello che sa gustare le reticenze e le lunghe attese, il romanzo di Stevenson rimane un classico da leggere e rileggere.