Deludente e poco appetibile la nuova serie tv a tema horror/sci-fi prodotta da Spielberg e Peli
Quando l’esploratore Emmet Cole scompare in Amazzonia in circostanze misteriose, la sua famiglia mette in piedi un team di ricerca per andarlo a cercare, con tanto di videomaker pronto a riprendere tutto ciò che sarebbe potuto accadere lungo il loro cammino.
Dai produttori esecutivi Oren Peli (regista di Paranormal Activity) e Steven Spielberg (beh, è Spielberg, in effetti non occorrerebbero presentazioni), arriva anche in Italia The River, serie televisiva prodotta da DreamWorks Television, ABC Studios, Good PR Productions, che si pone un po’ come una sorta di anello di congiunzione tra serie tv come Lost e film mockumentary come The Blair Witch Project.
Niente di nuovo sotto il sole, dunque. Quali sono, allora, i pregi di questa serie tv? Nessuno, in verità, ma proviamo a scorrere i primi due episodi per cercare di capire cos’è che effettivamente non va in questo calderone televisivo di cui non si avvertiva effettivamente esigenza alcuna.
Diretti da Jaume Collet Serra (già regista di quel piccolo gioiello chiamato Orphan), i primi due episodi di The River cercano di inquadrare in uno spazio e in un tempo specifico gli avvenimenti, tentanto di presentare in qualche modo non soltanto i personaggi che prenderanno parte alla spedizione, ma anche cercando di introdurre la figura controversa di Emmet Cole, svanito nel nulla senza lasciare traccia se non tanti, troppi inconfessabili segreti.
Il primo episodio, Magus, dunque, si concentra principalmente sull’arrivo in Amazzonia e sulle interviste rilasciate dai collaboratori di Cole durante le sue spedizioni.
Tanti dettagli, troppi, talvolta inutili, dunque, si concatenano l’uno all’altro senza lasciare né spazio all’immaginazione né tanto meno tempo alle nozioni di essere recepite ed, eventualmente, metabolizzate. Soltanto nel finale un piccolo cliffhanger si palesa timidamente allo spettatore, lasciandogli presagire che qualcosa di succoso ed invitante accadrà nell’episodio successivo… Peccato, però, che in Marbeley le aspettative – elevate fin troppo dall’hype delle battute iniziali – vengano quasi tutte deluse per via di una serie di colpi di scena fin troppo prevedibili e fin troppi rimandi e citazioni a film mediocri come The Blair Witch Project (durante un giro perlustrativo, alcuni di loro ritrovano una serie di – implausibili – bambolotti appesi a dei fili e attorcigliati a degli alberi, chiaro rimando al mock di Myrick e Sanchez).
Certo, è ancora presto per poter tirare le somme, ma se non succede qualcosa di davvero eclatante nelle puntate a venire, le possibilità che The River si fermi alla prima stagione si apprestano a diventare certezza.
About Luna Saracino
Appassionata, maniacale, artisticamente onnivora, anche se l’horror in ogni sua forma e sostanza è entrato a far parte della sua vita fin dalla più tenera età e oggi cinema e letteratura (horror e non solo) più che una passione, forse, sono diventati una vera e propria ragione di vita.