Apocalittico L’arrivo di Wang

L’arrivo di Wang

Una fantascienza intelligente e ben scritta made in Italy.

Gaia, un’interprete di cinese, viene chiamata per una traduzione urgentissima e segretissima. Si troverà di fronte Curti, un agente privo di scrupoli, che deve interrogare un fantomatico signor Wang. Ma per la segretezza l’interrogatorio avviene al buio e Gaia non riesce a tradurre bene. Quando la luce viene accesa Gaia scoprirà perché l’identità del signor Wang veniva tenuta segreta. Davanti a lei si troverà un essere proveniente da un altro mondo. Un incontro che cambierà per sempre la sua vita e quella di tutto il pianeta.

L’arrivo di Wang è sì un film piccolo piccolo, soprattutto a livello di budget, ma è anche un film intelligente e un modo non disprezzabile di fare cinema con intenti politici senza cadere nell’intellettualismo. La sfida, almeno a livello concettuale, è vinta: una sola location importante, una camera spoglia da interrogatorio, e tanta suspense resa soprattutto grazie dialoghi concitati e ben scritti. Si gioca con i clichè, lo straniero buono vessagliato da una polizia bastarda e xenofoba, fino alla catarsi della vicenda incredibilmente crudele e apocalittica. Non mancano le idee nè gli attori, Ennio Fantastichini è tanto bravo quanto giustamente antipatico in un ruolo ambiguo e volutamente non risolto, quello che mancano sono i soldi e lo si sente soprattutto in una resa finale che fa cadere tutte le buone intenzioni in un luna park di pessima computer grafica ed esplosioni troppo finte per essere credibili.

Non serve purtroppo la scusa del cattivo gusto inseguito, il vintage, il naif sfoggiato nei titoli di testa con il mediocre digitale che diventa un cartone animato dal sapore di videoclip anni 80, no sarebbe servito una maggiore interesse produttivo perchè L’arrivo di Wang avrebbe meritato più di un’uscita fantasma in si e no dieci copie nei cinema di tutta Italia. Ma si sa nel nostro Paese i generi sono morti decenni fa, commedia a parte s’intende, e soprattutto la fantascienza nostrana non ha mai peccato d’eccellenza a differenza dell’horror, anche se, dagli arcaici tentativi di Margheriti e Cozzi al volenteroso Nirvana di Salvatores, ogni tanto ci riproviamo. Lode ai Manetti bros. (Antonio e Marco) per un percorso filmico, che conta il grande schermo e la tv, mai immemore del nostro grandissimo passato popolare, sia il cinema del terrore come il poliziottesco, grazie a serie tv di ottima fattura come L’ispettore Coliandro o il teso Piano 17.

L’arrivo di Wang è un film di grande tecnica, un cinema capace di stupire grazie ai movimenti di macchina e alle luci violentissime quasi da horror argentiano, che sa raccontare una storia semplice, ma dai risvolti inaspettati, un cinema soprattutti fatto di dettagli, i tic dei personaggi,le loro manie, tutto così deliziosamente di matrice italiana senza dover per forza guardare il casino ratatà dell’America di Michael Bay. In attesa del nuovo La stanza dell’Orco e dello scomparso Cavie, entrambi ancora per fortuna film di genere, possiamo pasteggiare con questa strana, crudele favola scifi che, quasi per magia, riesce a catturare l’attenzione per la sua ora e 20 in maniera intelligente e non presuntuosa pur affrontando temi alti come la paura dello straniero post 11 settembre e le torture verso prigionieri politici. Cosa non di tutti i giorni in un cinema italiano così snob ed autoreferenziale da essere materia solo per le masturbazioni intellettuali di un qualsiasi Marzullo notturno.

L’arrivo di Wang

Regia: Antonio Manetti, Marco Manetti
Cast: Ennio Fantastichini, Francesca Cuttica, Juliet Esey Joseph, Antonello Morroni, Li Yong, Jader Giraldi, Rodolfo Baldini, Furio Ferrari, Angelo Nicotra, Massimo Triggiani
Anno: 2011 (Italia)
Durata: 82 min.
Uscita: 9 Marzo 2012 (cinema)

About Andrea Lanza
Si fanno molte ipotesi sulla sua genesi, tutte comunque deliranti. Quel che è certo è che ama l’horror e vive di horror, anche se molte volte ad affascinarlo sono le produzioni più becere. “Esteta del miserabile cinematografico” si autodefinisce, ma la realtà è che è sensibile a tette e sangue.

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