Cinema Intruders

Intruders

Hollowface è uno spettro che dalla dimensione onirica si insinua nel mondo reale per perseguitare i bambini e rubarne i connotati.

Juan ha otto anni e vive a Madrid. Mia ne ha undici e vive a Londra. Li accomuna una fervida immaginazione e la passione nel raccontare storie fantasiose. Entrambi, in uno di questi racconti, menzionano una misteriosa figura, terrificante e senza volto, che parrebbe essere frutto soltanto di angosce e di brutti sogni infantili. 

“Hollowface”, così battezzato da Mia, è uno spettro che dalla dimensione onirica si insinua nel mondo reale per perseguitare i bambini e rubarne i connotati. Hollowface incombe sul serio, però. E di notte in notte le sue ambizioni e la sua concretezza crescono a dismisura travalicando i confini immaginari e insidiando le due giovani vittime. Mentre il padre di Mia, John (Clive Owen, I Figli Degli Uomini), riconduce la minaccia a un intruso reale e addobba la casa di telecamere di sorveglianza, Luisa, madre di Juan, chiede direttamente aiuto ad un esorcista, convinta dell’origine paranormale dello spauracchio. I due approcci si riveleranno inconcludenti, e l’influenza spiritica scombinerà la vita delle due famiglie, sempre più impotenti e accerchiate da pedinamenti maligni. Fino a quando il caro vecchio evento di un tragico passato verrà alla luce ed esplicherà gli accadimenti correnti. Il regista Juan Carlos Fresnadillo, quarantacinquenne spagnolo, fece il botto cinque anni fa prolungando i contagiosissimi 28 Giorni Dopo di Danny Boyle nelle fatidiche 28 Settimane (Dopo, per l’appunto), sequel all’altezza che fece restare il colpo in canna ai furiosi stroncatori e puristi.

Costoro gioiscano, il passo falso di Fresnadillo è arrivato, seppur in ritardo. Bang! Intruders, uscito lo scorso ottobre, è l’ambizione frustrata, una seriosissima ghost story troppo implausibile per scuotere. La Spagna ha quasi l’esclusiva su certi temi, ma Intruders non rende onore alla tradizione iberica di “DelToriana” memoria. E se vogliamo dare un’occhiata anche altrove, le similitudini con il di poco precedente Insidious (non maestro di coerenza ma nettamente migliore) saranno anche casuali ma non possono non balzare all’occhio. Il travagliato parallelo anglo-ispanico procede lentamente e con più elementi drammatici e dinamiche familiari che altro, senza dimenticare che di orrore tangibile ce c’è davvero poco. Non è originale: gli spettri senza faccia e senza nome, le fobie infantili, lo scetticismo adulto fra terapie psicologiche e soluzioni religiose, liturgiche ed esoteriche che non evitano l’accavallarsi della dimensione aldilà a quella al di qua. La lista è lunga ma è tutta roba usurata.

La cosa peggiore è che Intruders non fa mai trasalire, nonostante un’atmosfera a tratti opprimente. Il sussulto non s’affaccia neppure nei momenti più concitati, quando una fotografia troppo buia fa calare le cataratte e spesso impedisce di capire chi stia assalendo chi, dove, quando e soprattutto perché. Owen, attore maiuscolo, spinge finchè può la parte del papi apprensivo e convinto che le paturnie della figlia siano più reali del previsto, ma a tratti crolla anche lui, con la fronte troppo corrucciata e il mascellone basito troppo invadente. L’agonia prosegue fino a quando il passato torna alla luce e, come detto, sbroglia il presente in un evanescente battito di ciglia. Consolazione: perlomeno non c’è l’aggravante del 3-d.

Intruders

Regia di: Juan Carlos Fresnadillo
Scritto da: Nicolas Casariego, Jaime Marques
Interpreti: Clive Owen, Carice Van Houten, Izan Corchero
Durata: 100 min.
Anno: 2011
Disponibile in dvd

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