Il peggior gangster-movie e il peggior film sui vampiri in un colpo solo.
Affermare che Dead Cert sia un film bruttino sarebbe un po’ un eufemismo, come quando l’insegnante mitiga l’effetto del brusco giudizio e dice ai genitori dell’ultimo della classe che “il problema è che non si applica”. No, il problema è che il figlio è asino. E il problema – anzi i problemi – di Dead Cert lo rendono non bruttino nè bruttone. Peggio.
Se non ci fosse l’ingombrante esempio di Dal Tramonto All’Alba (Tarantino + Rodriguez, però, mica i primi due passanti), l’intenzione di mischiare crime & vampire stories potrebbe già essere passibile di formale denuncia. Peccato che il suddetto duo di menti abbia dimostrato a tutti gli effetti che SI! PUO’! FARE!! Se hai talento, certo. Altrimenti finisci per realizzare roba come Dead Cert. Nello specifico, la storia di Freddy “Dead Cert” Frankham, cazzuto imprenditore e proprietario di un club (l’Inferno) finito sulla lista dei desideri di alcuni misteriosi uomini d’affari.
Gli acquirenti sono insistenti e, soprattutto, vampiri famelici. Disposti a tutto pur di ottenere l’Inferno, territorio di “vitale” importanza. Con l’ambizione di essere 50% horror e 50% criminale (Noir? Dramma? Chissà), il film realizza parzialmente la missione diventando il peggior gangster-movie e il peggior film sui vampiri in un colpo solo. Sono vampirelli moscetti che a malapena riescono a intimorire i gangsta-energumeni opposti (che, peraltro, sembrano limitati come gli attorini che li interpretano), volando sulla scena senza lasciare segni sull’abusatissimo ed esangue collo del filone “denti aguzzi”. I morsi sono già visti e anche le poche pieghe narrative curiose (sapevate che i francesi inventarono la ghigliottina per decapitare i vampiri?) arrancano.
L’altra faccia di Dead Cert, quella della criminalità (dis)organizzata “british”, sembra giungere da un fan ubriaco di Guy Ritchie che prova a scimmiottarlo in maniera caricaturale. Il setting? Una Londra mai così opaca “grazie” alla pessima fotografia. Qual è il peso specifico orrorifico in questo orrore non voluto? Vicino allo zero, sia per qualità che per quantità, con l’ago della bilancia che pende tragicamente verso l’ebete crime story. E allora risulta difficile consigliare Dead Cert a qualcuno, persino agli “esteti del brutto cinematografico”. Bela Lugosi si rivolta nella sua adorata bara, il Titty Twister è lontanissimo e gli emo-vampiri odierni sembrano quasi gagliardi. Disastro.
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