“Amphibious 3d” è un film cialtrone, risaputo e a cui è impossibile resistere.
Una biologa marina chiede aiuto al vecchio capitano Jack Bowman per aiutarla nella ricerca di reperti archeologici, ma dal profondo degli abissi una terribile minaccia semina il terrore tra gli abitanti della comunità.
Come non si fa a non voler bene a Brian Yuzna. Impossibile. Ormai è sulla strada buona per diventare una specie di Roger Corman degli anni zero. Per fermarlo bisognerebbe abbatterlo. Ancora b-movie che più b-movie non si può. Non appagato dalle sue precedenti fatiche il regista di “Bride of Re-Animator” si getta a capofitto nel più classico monster-movie da battaglia e non contento ci mette pure il 3d, tanto per ribadire che non c’è bisogno di essere una major per utilizzare simili mezzi. Anzi. Yuzna è sempre stato un regista con il sale in zucca e, tra alti e bassi paurosi, è sempre riuscito a contaminare la sua vena autoriale con tutti gli stereotipi di genere.
Ecco, “Amphibious 3d” è un film cazzaro, fuori tempo massimo, forse vecchio ma comunque vivo e pulsante come il mostro che tormenta la povera Janna Fassaert e l’immarcescibile Michael Paré, che gli appassionati ricorderanno sicuramente, animato con effetti un tanto al chilo che faranno inorridire i più, certo, ma segno tangibile di una volontà produttiva che non si ferma davanti a nulla, figuriamoci di fronte alle ristrettezze di budget.
Tra uragani, corpi decomposti ripescati dalle acque e gli agguati di una specie di granchio/polipo/godzilla il cinema di Yuzna rimane fedele all’anima esploitativa del suo autore, regista schizofrenico e geniale, capace di passare con grande noncuranza da un capolavoro epocale come “Society” alle torture di “The Dentist”, quando il termine torture porn ancora doveva essere coniato, fino all’abduction di “Progeny” senza assolutamente sentire la necessità di rincorrere un cinema di stampo autoriale come il suo collega Stuart Gordon. No, Yuzna nasce come produttore e in quanto tale deve vendere prodotti e l’offerta deve essere sempre variegata. Per cui ben venga pure questo “Amphibious 3d”, cialtrone, risaputo e a cui è impossibile resistere. Proprio come “Sharktopus”, di produzione cormaniana. A Yuzna non si può dire di no. Almeno per questa volta.
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