Jason vive, ma nessuno di quelli che lo incontra avrà la medesima fortuna.
Il sesto film della serie che segue le traccie insanguinate lasciate da Jason Voorhees, risulta nel mio immaginario indissolubilmente legato all’album “Constrictor” di Alice Cooper, che rappresenta il ritorno sulle scene del teatrale artista di Detroit, dopo il suo ritiro nel 1983, dopo il mediocre album “Dada”.
L’album contiene infatti il pezzo “He’s back – the man behind the mask”, il tema musicale portante della pellicola diretta da Tom McLoughlin.
L’album contiene anche un’altra canzone dello stesso artista, utilizzate nella pellicola, ossia “Teenage Frankenstein”, mentre l’altro pezzo di Alice Copper che si ascolta nel film “Hard Rock Summer” non ha mai trovato posto in un disco.
“He’s back”, con il suo ritornello accattivante e leggero (e anche per questo sicuramente non tra i pezzi migliori di Cooper) rappresenta perfettamente l’essenza di questo slasher, che raschia sul fondo del barile non ancora completamente svuotato relativo alle gesta dell’assassino di Crystal Lake.
In una classica notte di tregenda, tra tuoni e lampi, Tommy Jarvis riesce a fuggire dal manicomio in cui è stato rinchiuso alla fine dell’episodio precedente, con in mente un’unica cosa: no, non la solita di ogni maschio, ma bensì quella di farla finita una volta per tutte con Jason. Eh già, perchè lo sterminatore di adolescenti copulanti è stato sepolto nel cimitero locale, e giace sotto terra a imputridirsi, in compagnia degli immancabili vermi.
Tommy vuole disotterrarlo, aiutato da un amico destinato a fare una brutta fine, per dargli fuoco, ma, in un impeto di furia, lo infilza con una sbarra di ferro: proprio in quel momento, un fulmine colpisce la sbarra, ridonando vita al cadavere.
Lo so, detta così sembra una scena tratta da “Frankenstein Junior”, ma la plausibilità non è mai stata una caratteristica fondante delle sceneggiature della saga di Venerdì 13, di cui questa pellicola è il sesto episodio.
Del resto lo sceneggiatore e regista, Tom McLoughlin, si trova a dover adempiere al difficile compito di togliere le ragnatele da una serie con poche freccie al proprio arco, e ci prova inserendo una venata traccia di umorismo durante tutta la pellicola. Passa attraverso questa operazione di tentato rinnovo anche l’utilizzo di una certa auto-ironia, percepibile ad esempio quando una delle prime vittime di Jason redivivo dice al marito: “Ho visto abbastanza film horror per sapere che qualsiasi strano individuo con addosso una maschera non è mai amichevole”, incontrando l’assassino immortale in una strada solitaria.
Questo film ha la particolarità di avere il numero maggiore di uccisioni di tutta la saga (in media una ogni 5 minuti, per gli appassionati) pur essendo probabilmente quello meno “splatter” (niente a che vedere con Venerdì 13: capitolo finale, tanto per capirsi) ed è, ahimè, quello con una carica erotica pari a zero: nessuna nudità, in questa pellicola, e un’unica scena di sesso che sembra inserita a forza nel contesto, giusto per adempiere a qualche obbligo contrattuale.
Nel prosieguo dell’opera, nessuna delle autorità crede a Tommy quando questi tenta di lanciare l’allarme sull’accaduto: per fortuna la figlia dello sceriffo (Jennifer Cooke), invaghita del ragazzo, riesce a farlo evadere di prigione e assieme tentano di fermare Jason, che si sta dirigendo, indovina un po’, verso il campeggio dove tutto è cominciato, e dove si trovano degli innocenti bambini.
Proprio la presenza di bambini in un plot di un film dell’orrore americano dovrebbe farvi alzare un sopracciglio: non sia mai che in un horror a un piccolo venga torto un capello, la censura si abbatterebbe violenta sulla pellicola, impedendone di fatto la commercializzazione.
Ecco quindi andati a posto tutti i tasselli: diciamo che “Jason vive” può essere considerato un film che della propria debolezza fa un punto di forza, nel suo tentare di svecchiare un franchise, trasformando Jason in un mostro pronto a giocarsela alla pari con vecchie glorie come Frankenstein e la Mummia: se lo guardate con questo spirito può risultare persino attraente.
httpv://www.youtube.com/watch?v=BD6SNOghZFc
About Giuliano Fiocco
Ha visto nascere Horror.it, e l’ha accudito per lungo tempo assieme ad Andrea. Adesso la vita gli lascia poco tempo per le passioni, ma in un angolo oscuro del cuore rimane in agguato la voglia di scrivere. Ha scritto un romanzo, da cui è stato tratto un film, in fase di produzione.