In arrivo in formato home video il noir urbano con Method Man protagonista.
Già, Method Man, proprio lui, all’anagrafe Clifford Smith, dapprima membro di spicco della hip hop crew dei Wu Tang Clan, poi divenuto volto noto del grande schermo per la partecipazione in pellicole demenziali come 3Ciento (2008, Jason Friedberg e Aaron Seltzer) e Scary Movie 3 (2003, David Zucker).
Col tempo, ça va sans dire, si diventa più posati e maturi. Accade così che un potenziale caratterista (etichetta fin troppo impegnativa nel caso specifico) possa cimentarsi in ruoli introspettivi, di forte valenza drammatica, ove la comunicazione cinematografica prevede la condizione imprescindibile di credibilità. Il personaggio del becchino malinconico e passivamente reazionario, tratteggiato dal regista e sceneggiatore inglese Gareth Maxwell Roberts, è indubbiamente una maschera difficile da indossare, tanto più se la carriera del candidato scelto è costellata di ruoli da perfetto idiota.
Pur volendo scostarsi dal pregiudizio, non si possono nascondere genuine perplessità dopo le indiscrezioni trapelate dall’ultima rassegna berlinese e da Stiges, ove The Mortician è stato presentato in anteprima con esiti impietosi sia per la specifica prova dell’ex gangsta newyorkese, poco credibile e monocorde, sia per ciò che concerne l’impianto narrativo e stilistico complessivo del lungometraggio, valutato come burbanzoso ed autoreferenziale. Premesso che bocciare un’opera ancor prima della visione è puro snobbismo cortigiano, rimane il fatto che fallire la presentazione in due palcoscenici importanti come Berlino e Stiges non è un ottimo biglietto da visita. Resta da capire come Maxwell Roberts, dopo la debacle festivaliera, possa ribaltare un pronostico da inesorabile pollice verso, tanto più dopo aver diretto nel 2008 un noir insipido e sgangherato come Kill Kill Faster Faster, quel che si dice non esattamente un esordio memorabile. Con The Mortician il cineasta britannico ci riprova, parlandoci di un coroner maniacale e disperato in un mondo collassato e dominato da violenza e povertà. La vita di questo oscuro e malinconico topo da laboratorio post apocalittico verrà sconvolta dalle convergenze del suo destino con le vicende di un nuovo collaboratore,di un orfano in pericolo e di un cadavere tatuato di una giovane donna,tanto da trovarsi consequenzialmente costretto al confronto intimo con se stesso ed all’ impatto con riaffioranti grevi memorie.
Le riprese di The Mortician sono terminate a Dicembre 2010 ma una tribolata fase di post produzione ha allungato considerevolmente i tempi di finitura. la Lionsgate sembra abbia esercitato pressioni affinchè il film uscisse in 3D nonostante i leciti dubbi del regista. Si potrebbe parlare di moda scellerata o di spreco di tecnologie CGI, fatto sta che The Mortician si candida ad essere l’ennesimo lungometraggio sottoposto a forzatura tecnovisiva, dove nulla (dall’ambientazione, al plot passando agli effetti di scena) richiama all’esigenza del tridimensionale. Con o senza occhialini, la speranza che The Mortician non sia inguardabile è ridotta al lumicino anche se,con piacevole sorpresa, la presenza nel cast di Edward Furlong è di per se un ottima notizia. Il Jhon Connor di Terminator 2 (1991, James Cameron), classe 1977, negli anni si è fatto uomo, divenendo caratterista apprezzato, pur mantenendo quell’oscura aurea tipica dei personaggi al confine tra i lustrini hoolywoodiani e le scorribande negli universi indie. Forse la presenza del protagonista di jimmy and Judy (2006, Randall Rubin) non sarà sufficiente a porci con ingordigia verso la visione di questo film ma, quanto meno, potrebbe rendersi notabile, evitando allo spettatore un giro a vuoto in videoteca, senza che nemmeno la custodia venga notata tra scaffali di dolciumi e grassi insaturi durante gelide e annoiate sere invernali.
About stefano paiuzza
Appassionato d'horror da tempi recenti ma affascinato dalla paura da sempre. Ama in particolar modo il cinema europeo ed extra hollywoodiano in genere. Sogna una carriera come critico cinematografico e nel frattempo si diletta tra letture specifiche e visioni trasversali. Lavora a stretto contatto con la follia o forse è la follia a lavorare su di lui. Se fosse un regista sarebbe Winding Refn, uno scrittore Philip Roth, un animale una tartaruga. Ha pronto uno script per un corto ma non lo ha mai fatto leggere. Citazione preferita: "La dittatura è dentro di te" Manuel Agnelli.