Voci di corridoio sostengono che la distribuzione della pellicola sia stata bloccata dal suo stesso produttore principale Mohammed Al-Mubarak.
Bruttissime notizie per Djinn, la pellicola di produzione araba che avrebbe riportato in pista uno dei registi più amati e celebrati dell’intera storia dell’horror, quel Tobe Hopper autore di almeno due capolavori indiscussi del genere da anni impantanatosi in produzioni quantomeno mediocri. Ma questa volta i problemi sarebbero di tutt’altra natura.
Tutto sembrava esser filato liscio, sia in fase di produzione che promozionale, tanto che il primo trailer della pellicola era stato proiettato con discreto successo all’ultima edizione del Toronto Film Festival, con l’intenzione di dare il via alla distribuzione nei primi mesi del 2012. “Sono entusiasta di essere parte integrante di un progetto capace di trascendere le culture e i confini“ aveva dichiarato Hopper, interrogato su quali potessero essere le nuove prospettive offerte da una meltin pot creativo-produttivo tanto innovativo. Peccato che da quell’infausta proiezione in poi, di Djinn non se ne sia saputo più nulla. Voci di corridoio sostengono che la distribuzione della pellicola sia stata bloccata dal suo stesso produttore principale Mohammed Al-Mubarak, in seguito ad alcune forti pressioni della stessa famiglia reale di Abu Dhabi, secondo cui il film sarebbe stato lesivo dell’immagine degli Emirati Arabi e del tutto irrispettoso delle convenzionali credenze nazionali. Ovvio che in tutto questo assurdo cortocircuito nè Hopper nè chiunque altro coinvolto nel processo produttivo della pellicola abbia la possibilità o l’interesse nel rilasciare alcun genere di dichiarazione, col rischio di attorcigliare ulteriormente la matassa e veder evaporare le ormai già risicatissime possibilità che Djinn veda la luce delle sale. Tnx to moviesushi.it, stay tuned.
About Andrea Avvenengo
E’ nato nel terrore spiando Twin Peaks alla TV. Il tempo ha messo in fila passioni su passioni, raffinando (o imbarbarendo?) i gusti, ma senza mai scalfire la capacità del cinema fantastico di scaraventarmi indietro nel tempo, la mani davanti agli occhi, terrorizzato e fottutamente felice.