Un uomo sale su un tetto minacciando di buttarsi giù perché gliel’ha ordinato l’angelo della morte…
Una donna vive in una casa blindata, ossessionata dall’agorafobia. Un’altra donna è colta da attacchi di panico e teme tutti gli oggetti acuminati o comunque contundenti. Il marito di questa si accorge di presentare episodi di amnesia che gli portano via il ricordo di parti della sua esistenza.
Sembrerebbero storie di ordinaria psicopatologia quotidiana se non fosse che i quattro sono imparentati tra loro. Una coincidenza fin troppo strana, superiore a ogni probabilità statistica. E quando comincia a scorrere il sangue, il Lettore scopre che non c’è nessuna casualità: i quattro sono personaggi di una specie di gioco di ruolo posto in essere da un individuo dalle eccezionali capacità suadenti poste al servizio del male. Se ne rendono conto anche due dei protagonisti; e, a questo punto, il gioco si fa duro e si complica: le prede si fanno cacciatori, continuando però a essere inseguiti dal loro persecutore.
Mescolando dati scientifici e fantasia Dean Koontz si rivela ancora una volta un vero giocoliere della narrazione, confezionando un romanzo carico di suspence che tiene desta l’attenzione del Lettore, coinvolgendolo emotivamente nelle vicende dei protagonisti. Originale è l’uso dell’haiku (breve componimento poetico di origine giapponese) che, da godibile opera letteraria, si trasforma in terribile arma per il controllo della mente.
Tra i personaggi, con un non indifferente ruolo di comprimario, c’è anche un golden retriever, una razza canina pressoché sconosciuta in Italia ma che deve essere diffusa negli USA e piacere molto a Koontz il quale la rese protagonista del romanzo Mostri, come certamente ricorderanno gli appassionati. Non mancano le descrizioni forti di omicidi attuati (o progettati e semplicemente vissuti con la fantasia) con modalità particolarmente cruente e fantasiose, pur se talvolta sembrano mutuate da Hannibal e appaiono quasi come citazioni.
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