Cinema Apollo 18

Apollo 18

C’è chi sostiene che lo sbarco sulla Luna sia stato il primo mockumentary della storia. C’è chi, tramite l’ennesimo mockumentary, ci racconta perché non ci siamo più tornati.

Apollo 18 ipotizza che l’omonima missione “mancata” della Nasa, sia stata in realtà effettuata (e poi insabbiata) con il preciso scopo di studiare le misteriose forme extraterrestri venute alla luce sul suolo lunare.

La solita conspirazione, insomma, incorniciata dal solito finto documentario nel quale si vede 1/10 di quel che si vorrebbe vedere e succede 1/100 di quel che si spera. Tuttavia le aspettative e le potenzialità di Apollo 18 parevano comunque alte, vuoi per il contesto spaziale, portatore di ansie, isolamenti e paranoie, vuoi perché recentissimi esempi mockumentaristici (Cloverfield, ESP, The Last Exorcism) avevano fatto centro. La missione nello spazio di Ben, Nate e John, lungamente introdotti ed intervistati in apertura come da copione, pare delinearsi come abbastanza routinaria: si tratterà di prelevare qualche campione di terra, monitorare audio/video dei dintorni e ripartire spediti. Qualcosa però, una volta allunati, non torna: ci sono più impronte che sul bagnasciuga di Rimini, la bandiera americana appena infilzata sparisce (e questo all’americano medio fa girare gli asteroidi come poche altre cose!) e suoni inattesi svegliano gli astronauti nel cuore della notte. Urge sopralluogo: con motivata sorpresa, gli americani scoprono uno shuttle russo, vuoto e malconcio, e il cadavere di un collega sovietico abbandonato in un cratere. Il panico si insinua e il ritorno a casa diventa una remota speranza: sulla Luna qualcosa di inimmaginabile attende fra le rocce…

L’angusto spazietto costituito dallo shuttle e la desolata vacuità delle lande lunari sono il tandem atmosferico ideale per scatenare brividi e fobie, regalando uno scorcio spaziale dove tutto sembra terrorizzare un po’ di più. Mettiamoci pure che la formula del finto documentario funziona ancora perché il finto realismo (passi l’ossimoro) conturba ed esalta l’immaginario. Per questo e per un’intelligente regia (dello spagnolo Gonzalo Lopez-Gallego) Apollo 18 non si perde nello spazio cosmico delle fetecchie e verrà goduto dai fan della messinscena con camera a mano. Un’osservazione più accurata e meno verginella impone però di sottolineare che fino alla mezzora finale ci si avvolge di ragnatele, mentre sullo schermo la latitanza di scossoni e i ridondanti suoni soffusi conciliano al pisolino. Gallego condensa tutta l’azione quando la palpebra potrebbe già essersi abbassata e l’incedere “fluttuante” del film ha ammosciato parte dell’appeal iniziale, con l’alone di mistero che viene spazzato via dalla rivelazione della natura e delle tattiche del mostro alieno di turno, che così conturbante poi non è (se vogliamo, il modus operandi è originale come le borse di Vuitton vendute alle bancarelle). Il film non perde mai la bussola, ma spogliato della curiosità iniziale e di un paio di scene tambureggianti non ha poi molto altro da offrire. Da segnalare qualche svarione tecnico, passi per le inesattezze scientifiche ma che dire del memorabile momento in cui la videocamera a mano inquadra tutti gli astronauti presenti? E’ ammesso e dovuto il legittimo quesito: chi la sta reggendo? La bilancia pende impercettibilmente dalla parte del flop e così la speranza che Apollo 18 si installi nella vincente tradizione degli ottimi mockumentaries abbandona la navetta e si perde nell’infinito, oltre l’oblò. L’unica scommessa stravinta dal film è, come spesso accade, quella del botteghino. “A noi che ci piace di farci fregare…”

Apollo 18

Regia di: Gonzalo Lopez-Gallego
Scritto da: Brian Miller, Cory Goodman
Interpreti: Warren Christie, Ryan Robbins, Ali Liebert
Durata: 86 min.
Anno: 2011
Inedito in Italia

About Luca Zanovello

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Comments

Posted On
dic 16, 2011
Posted By
luca

La cosa prende unapiega piu divertente se prima di “Apollo 18″ si e’ visto “Fascisti su Marte” di Guzzzanti, un involontaria “Parodia” nata prima del film da parodiare :)
voglio dire gli alieni nel mokkomedy di guzzanti sono sassi con le antenne..e appena visti gli alieni di “Apollo” vien voglia di gridare “i Minimmi!!” e da li in poi proprio non ci riesci a “credere” ad Apollo.., francamente deludente, e si che aveva un potenziale enorme e una messa in scena originale…sviluppato con una trama banaloide che disarma, che e’ presa pari pari da Alien, pianeta, astronave abbandonata, alieno nel corpo, fuga finale.. buona idea buttata al vento…o forse dovrei dire “alla luna”..

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