L’XI edizione del TOHorror Film Festival apre (martedì 8 novembre, ore 20.30 – Blah Blah) con un l’atteso film in anteprima regionale The Gerber Syndrome.
Il film è l’opera prima del giovane regista torinese Maxì Dejoie in concorso con altri sei titoli per La Mannaia al Miglior Lungometraggio. In linea con il tema di questa edizione, lo sguardo, il film è realizzato con la tecnica del mockumentary, il finto documentario, e segue l’azione di una troupe televisiva che ha deciso di girare un documentario sul pericolo che sta minacciando l’intera umanità: il morbo di Gerber.
Simulando uno sguardo diretto e attraverso un montaggio invisibile, il film coinvolge lo spettatore in prima persona in una visione d’impatto e senza filtri che porterà a galla la verità su questo virus, grazie alle parole di tre persone che per motivi differenti hanno a che fare con la malattia.
Subito dopo la proiezione, il direttore artistico del TOHorror Film Festival Massimiliano Supporta, aprirà ufficialmente questa XI edizione con l’incontro con il regista Maxì Dejoie e parte del cast del film, prodotto da Indastria srl, M&N Yacht Consultant e con il sostegno di Film Commission Torino Piemonte.
A proseguire The Man in the Lower-left Hand Corner of the Photograph, (ore 22.00) primo dei quattro appuntamenti dedicati a Robert Morgan, regista specializzato in claymation, artigiano dell’animazione a cui è dedicata la personale di questa edizione. Subito dopo prenderà il via anche il concorso riservato al cinema breve, titoli italiani stranieri rigorosamente a tematica horror, e per finire il live dell’ensemble La Piramide di Sangue (ore 23.30) composta da otto musicisti di diversa provenienza musicale per una performance dalle sonorità ancestrali e dal gusto mediorientale.
Ingresso libero fino ad esaurimento posti disponibili ad eccezione delle proiezioni dei lungometraggi (biglietto singolo: 4 euro; abbonamento festival: 20 euro).
E’ qui praticamente da sempre. Ha dato vita a Horror.it, Horror Mania (la rivista da edicola) e Thriller Mania. E visto che si annoiava, ha pure scritto il romanzo Il Diacono. Si occupa della gestione del sito rinchiuso nel suo antro dal quale non esce quasi mai. Risponde alle mail con tempi geologici.
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