Anche nel terzo episodio i personaggi continuano a evolversi, riservando interessanti colpi di scena.
Dopo aver lasciato il gruppo di sopravvissuti diviso tra chi ancora cercava la piccola Sophie, Rick e Lori alle prese con Carl ferito e Shane assediato dagli zombie dopo aver recuperato gli strumenti necessari per operare il bambino, il terzo episodio della seconda stagione di The Walking Dead riprende le fila continuando a trattare parallelamente il duplice dramma familiare e la lotta senza tregua contro gli zombie che confermano di essere più feroci, affamati e veloci di prima.
La convalescenza di Cal rappresenta la chance per gli autori di fermarsi un po’ e fare un punto della situazione su quanto avvenuto fino a ora, cosicché i personaggi hanno la possibilità di riflettere sulla loro situazione e sui profondi sconvolgimenti causati dall’apocalisse zombesca. Rick e Lori si chiedono addirittura quanto possa essere positivo che il loro unico figlio sopravviva, perché questo non è più un mondo per bambini; Glenn riflette sull’esistenza di Dio e sull’eventuale utilità che può avere una preghiera, seppure la prima della sua vita; Dale e Andrea risolvono gli ultimi strascichi lasciati dal passato; Daryl acquista lo spessore del leader puntata dopo puntata grazie a nuove e interessanti rivelazioni sul suo passato; Shane ancora una volta si dimostra un personaggio dalle mille sfaccettature, capace dei gesti più estremi e inattesi.
Il lavoro degli autori comincia a prendere forma, da un lato caratterizzando meglio i personaggi e investendoli di nuovi ruoli, dall’altro ridando ad alcuni di loro un’importanza che alla fine della season one stava venendo meno. In questa seconda stagione sembra ci sia un maggiore equilibrio e una migliore focalizzazione, utile a coprire quei buchi che erano rimasti dalla season precedente, e ogni episodio sembra avere un preciso scopo all’interno della storia. Il terzo episodio, in particolare, è costruito con un montaggio ritmato, caratterizzato da brevi sequenze per ogni mini gruppo di sopravvissuti in modo tale da non rischiare di annoiare lo spettatore: c’è un continuo cambio di prospettiva che permette di tenere alta la tensione durante tutta la durata dell’episodio, chiuso come ormai consuetudine, da un choc che porterà gli spettatori ad attendere con bramosia la nuova puntata.
Adesso c’è da sperare che la storia non si impantani troppo in questo girovagare (che rischia di diventare un girare a vuoto) per i boschi alla ricerca della piccola Sophie e che il viaggio dei sopravvissuti riprenda presto per dare nuovi stimoli a un pubblico che puntata dopo puntata diventa sempre più esigente.
About Marcello Gagliani Caputo
Giornalista pubblicista, scrive racconti (Finestra Segreta Vita Segreta), saggi sul cinema di genere, articoli per blog e siti di critica e informazione letterario cinematografica, e trova pure il tempo per scrivere romanzi (Il Sentiero di Rose).
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nov 04, 2011Posted By
ElviraIo mi chiedo perché non lascino la madre nel bosco a cercare Sophie, visto che sta barbona non sa fare altro che piangere ed incolpare gli altri.
Scherzi a parte, nonostante sia arrivata più o meno a questo punto a leggere il fumetto, apprezzo come la serie gli sia fedele fino ad un certo punto e poi se ne distacchi, creando storie totalmente nuove. Meglio così, o non avremmo potuto assistere all’exploit di Shane (anche se… povero ciccione XD).
Speriamo che la serie continui su questi livelli!!