Cinema The Incite Mill: 7 Day Death Game

The Incite Mill: 7 Day Death Game

La già elogiata tecnica di Nakata, sempre ottima, non basta a reggere un film verboso ed esangue di un’ora e 45.

Arrivati nella misteriosa Paranoia House, cinque uomini e cinque donne prendono parte ad un esperimento psicologico accettando, in cambio di un’ingente retribuzione oraria, di essere osservati ventiquattro ore al giorno per sette notti, periodo durante il quale può anche ottenere dei bonus chi uccide, chi viene ucciso e chi fornisce informazioni su un omicida. Solo che qualcuno muore davvero.

Salvo fraintendimenti Hideo Nakata è un grande regista. Nel passato ha raputo reinventare, dalle pagine di Koji Suzuki, il genere horror con la saga di The ring, un’onda che ha travolto come uno tsunami tutto il concept mondiale del terrore. Senza di lui forse autori geniali come Takashi Shimizu e il suo The grudge non sarebbero mai nati, Sam Raimi non si sarebbe rincoglionito nel cercare di portare in America registi orientali a girare orrende marchette filo nakatiane, le bambine con i capelli neri, lunghi sugli occhi non ci farebbero paura, e chissà ora l’Italia non sarebbe in crisi finanziaria. Certo The ring non è stato l’unico suo film bello, ci mancherebbe, si può ricordare tra tanti riusciti titoli il teso Chaos, lo spaventoso, ma romantico Dark water, ma Sant’iddio da quando Nakata si è imbarcato per l’America col sogno di sfondare ci ha regalato se non film brutti per lo meno depersonalizzati.

Lasciamo stare il suo modesto, se non disastroso, The ring 2 americano, roba che credo in Giapoone lo stiano sfottendo ancora, ahhahhahah Hideo ti sei fatto fare le scarpe dal regista di The Mexican, una roba inconcepibile comunque la guardi, da critico, da spettatore, da texano sputa tabacco vorrei un film di Stallone cosa ci faccio qui, sembra immondizia, ma il seguente Chatroom è ancora peggio. Non tanto per la forma, stavolta a livelli alati, ma per il contenuto assolutamente lontano dalle corde del regista, un pasticcio emo cybernetico un po’ moralista e tanto stronzo, segno di un terribile formalismo senza contenuti che prima o poi bacia purtroppo gli autori più notevoli da Scorsese e il suo Shutter Island alla caduta irrefrenabile di Abel Ferrara nell’inferno di Asia Argento e Willem Defoe. Quindi quando per il Festival Internazionale del Film di Roma del 2010 Nakata presenta il suo ultimo lavoro, The Incite Mill – 7 Day Death Game, c’è grande attesa tra gli appassionati perchè questa volta trattasi di prodotto giapponese. Certo tra un The ring 2 e un Chatroom il povero Hideo aveva girato altra roba in patria, ma trattavasi si cose abbastanza anonime, tipo una trasposizione live del manga Death note, sulla linea quindi del suo nuovo ciclo creativo. Inutile dire che The Incite Mill – 7 Day Death Game è deludente come gli ultmi lavori di Nakata: regia splendida, storia risaputa, suspense pari a zero.

Credo che dovrebbe essere varata una legge nel 2012 dove si vietino i film che parlino di reality che trasmettono davvero la morte al pubblico di voyeur. No dico davvero. Passi My little eye che è uno dei primi, ma davvero ne hanno fatto 2034 milioni di film sullo stesso tema orwelliano, francesi, belga, italiani, pure nel buco del culo dell’Australia un aborigeno sta meditando di produrne uno, non se ne può più. Poi io mi dico, ma quando ti promettono qualcosa come 1000 euro al giorno per un esperimento non senti puzza di bruciato? Soprattutto se sei in un bunker sotto terra sorvegliato da un robot armato di tenaglie e mitra, con la porta di acciaio indistruttibile, con un tavolo pieno di statuine di indiani inquietanti che parlano usando termini come “eliminare” o “fare sparire”, con il veto di non andare in giro dopo le 22 per i corridoi, con un urna con dentro armi più varie, possibile hai voglia di urlarti contro “Sono un cretino”? No, beh allora meriti un po’ di morire. Stendiamo il velo sugli attori, a parte un ottimo Kin’ya Kitaôji nei panni di un padre alcolizzato in cerca di vendetta, stendiamone puro uno sulla storia che plagia in maniera vergognosa Agatha Christie senza molta fantasia, e stendiamone puro uno sulla psicologia dei personaggi che più cretini non ci possono essere. Cosa resta? Per parafrasare un film tratto appunto da Dieci piccoli indiani “E poi non ne rimase nessuno”. A dire il vero resta la già elogiata tecnica di Nakata, sempre ottima, ma basta a reggere un film verboso ed esangue di un’ora e 45? La risposta è senza dubbio no. Peccato un po’ ci speravamo.

The Incite Mill: 7 Day Death Game

Titolo originale:  Inshite miru: 7-kakan no desu gêmu

Regia: Hideo Nakata
Cast:
Tatsuya Fujiwara, Haruka Ayase, Satomi Ishihara, Tsuyoshi Abe, Aya Hirayama, Masanori Ishii, Takuro Ohno
Nazione:
Giappone
Anno:
2010
Durata:
107 min.
Inedito in Italia

 

About Andrea Lanza
Si fanno molte ipotesi sulla sua genesi, tutte comunque deliranti. Quel che è certo è che ama l’horror e vive di horror, anche se molte volte ad affascinarlo sono le produzioni più becere. “Esteta del miserabile cinematografico” si autodefinisce, ma la realtà è che è sensibile a tette e sangue.

Ti è piaciuto questo articolo? Condividilo!

Altri articoli:

Leave a Reply

You must be logged in to post a comment.

Horror Community

[captain-sign-up text="Partecipa al gioco"]

Focus on

Categorie degli articoli

ebook gratis


    Ai lettori di Horror.it, regaliamo una ghost story inedita di Andrea G. Colombo. Buona lettura!
  • RSS
  • Twitter
  • Facebook
%d blogger cliccano Mi Piace per questo: