Si apre la seconda parte della miniserie britannica a base di mistero e fantasmi ambientata in un ex manicomio, in onda sul canale satellitare Fox ogni lunedì.
Che I fantasmi di Bedlam abbiano iniziato a fare finalmente sul serio si percepisce dall’incipit di questo quarto episodio, che finalmente recupera lo spirito genuinamente nero-gotico che aveva catturato la nostra attenzione nel pilot. Questo non vuol dire, aimè, che gli inceppi di scrittura e interpretazione che abbiamo segnalato fin dalle prime sequenze della serie siano del tutto scomparsi.
La seconda fase della miniserie (alla conclusione mancano solo 2 puntate) si apre con un tema classico e ben rodato, quello dell’infanzia come territorio di confine tra vita e morte e si giostra tra scelte azzeccate e fastidiose cadute di stile. Nell’ex manicomio suddiviso in luxury location non sono soltanto i grandi a vagare senza pace. Anche alcuni bambini hanno avuto la sventura di varcare i cancelli del Bedlam e a una parte, piccola ma non trascurabile, di questi innocenti la vicinanza a tanta umana crudeltà è stata fatale.
Alice ha vissuto nell’«Università dei matti» in età vittoriana, alloggiata assieme alla madre cameriera nell’ala riservata al personale. Al riparo, ma non troppo, dall’orribile staff medico, e separata dal gruppo, sventurato, ma non privo di colpe, degli internati. A sei anni la piccola muore per mano di un paziente assassino e violento e vaga nella solitudine e nell’oscurità per il secolo e mezzo successivo, con l’unica compagnia della propria bambola, testimone dell’assassinio. Quando la coetanea Ella si trasferisce con il padre a Bedlam Heights, Alice vede in lei l’occasione di trovare una compagna di giochi per l’eternità. Comincia così una lunga serie di richiami in piena notte e di inseguimenti tra i corridoi meno battuti e le aree del maniero ancora occupate dal cantiere. Ella si spinge sempre più vicina alla morte, fatalmente attratta dalla bianchissima creatura che sussurra al suo orecchio quando i grandi sono distanti e distratti, incuriosita e inorridita dalla pupazza sfigurata di Alice che si materializza a ogni apparizione del piccolo fantasma.
A poco servono l’affetto, non proprio disinteressato, di Moll, che le fa da baby sitter e le cure isterico-oppressive del padre single, solo il provvidenziale intervento di Jed, che vede quello che solo Ella sembra in grado di percepire, riesce a ricondurre Alice alla tranquillità e a mettere al sicuro la ragazzina. E qui tutti i nodi vengono al pettine. Se Ella, con il suo naturale pallore e le caratteristiche fisiche poco bamboleggianti, risulta credibile, la povera Alice, con un ridicolo make up impiastrato sulle gote, rischia di scatenare qualche risolino nei momenti più tesi. Nonostante la vicenda della mini stalker fantasma metta in chiaro che a Bedlam anche chi non ha peccati da emendare non è al sicuro, il meccanismo del salvataggio finale parte con tale anticipo da mandare all’aria le potenzialità destabilizzanti della trama autoconclusiva. Insomma, se il buon paladino dell’aldilà qualche volta fallisse il colpo il clima generale ne trarrebbe giovamento.
E infatti le cose vanno un po’ meglio nella linea narrativa portante dove con Jed distratto dai travagli infantili i Bettany si muovono a piede libero e Kate si porta avanti nella trasformazione in dark lady. Nella terza puntata l’avevamo vista perdere il controllo (a causa di una possessione?) nell’alcova dell’amante, in questo episodio assistiamo a una reazione alla Attrazione fatale al benservito del “gentiluomo”. Con un pretesto si intrufola nell’abitazione che l’uomo condivide con la legittima consorte, si finge sua amica e quindi con uno stratagemma (abbastanza pretestuoso bisogna dire) ne manda all’aria il matrimonio. Ma soprattutto arriva sul punto di fare fuori la rivale in un impeto d’ira, spalancando la porta a una ridda di congetture sulla natura della sua indole. Kate è la degna progenie del padre speculatore Warren e del diabolico nonno scienziato? Cosa vogliono dire i sogni che la vedono vagare nei sotterranei e interagire con giovani donne soffocate? Nella brutta storia che collega la sua famiglia a una serie di ragazze scomparse, quale è stato e sarà il suo ruolo, vittima o carnefice?
Nell’attesa di trovare risposta a questi interrogativi si ammucchiano a carico dei Bettany nuovi indizi di colpevolezza. Warren si presenta al funerale della clochard che ha rivelato a Jed e Ryan la storia del serial killer del Bedlam, con l’unico scopo apparente di intimidire i due investigatori improvvisati e allontanare ogni sospetto, e compare proprio quando Jed si è imbattuto nel cadavere di Zoe (l’amica di Kate e Moll scomparsa nel pilot) che sparisce misteriosamente per la seconda volta.
E sono il padre e la figlia i protagonisti della più grande occasione mancata di questo appuntamento, ovvero del momento più alto e più basso del quarto episodio. Per consolare Kate dalle sue angosce Warren le mostra un vecchio super8 del nonno che trapana il cranio di un poveraccio effettuando una rozza e pioneristica lobotomia. Una pratica degna di un medico delle SS di cui gente normale si vergognerebbe nei secoli a venire. A casa Bettany questi sono invece frame commoventi da rispolverare sotto Natale. «Ci sono anche tante cose di cui andare fieri» sussurra Warren tra visibilio e melanconia. Peccato che una battuta di questo calibro scivoli sull’espressione bovina di Kate, che dimostra il vero grande handicap di I fantasmi di Bedlam: un cast scelto in base alla figaggine.
E’ Bedlam Heights, non Melroce Place…
About SelenePascarella
Selene Pascarella è nata a Taranto nel 1977. Si è laureata alla Sapienza di Roma 23 anni dopo, con un tesi dedicata a Mario Bava, Lucio Fulci e i maestri dello spaghetti horror dal titolo "Estetiche di morte nel cinema dell'orrore e del fantastico".
Giornalista per professione e per vocazione si occupa di cinema, tv, narrativa di genere e cronaca nera. Nel 2011 ha pubblicato, assieme a Danilo Arona e Giuliano Santoro, il saggio "L'alba degli zombie. Voci dall'apocalisse: il cinema di George Romero" (Gragoyle). Tra il 2012 e il 2013, Maya permettendo, ha curato il format 2.0 DiarioZ_Italia per Multiplayer.it.
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