Dannazione. Il nuovo (inaspettato) romanzo di Chuck Palahniuk

Chuck è tornato. Ma ha cambiato forma e, forse, anche sostanza. Leggere per credere

“E’ semplicemente logico che a me i miei genitori manchino più di quanto io manchi a loro, specie se si pensa che mi hanno voluto bene solo per tredici anni, mentre io gli ho voluto bene per tutta la vita”.

Dannazione non è il solito libro di Chuck Palahniuk. La sensazione che si ha, durante la sua lettura, è che magari non sia stato neppure lui a scriverlo, ma che sia piuttosto il frutto di un bizzarro incontro tra il medesimo, Alice Sebold, Neil Gaiman e Irvine Welsh, che durante una cena a base di alcool e droghe cercano di invocare lo spirito di Charles Bukowski che si presenta a casa loro in compagna del demonio. In persona. Vestito con un tutù.

Sì, perché Dannazione è un libro inclassificabile. Vorresti che fosse un horror, ma poi ti accorgi che in fondo si avvicina di più ad una commedia dark. Andando avanti con le pagine ti aspetti di trovare un giallo, ma poi realizzi che sei di fronte ad un dramma adolescenziale di quelli che solo Alice Sebold è in grado di raccontare. Il risultato è un libro brillante, certamente scorrevole, a tratti anche sorprendente, ricco di frasi ad effetto che a breve entreranno nel Wikiquote di Palahniuk, ma… Dannazione non è un libro di Chuck Palahniuk.

Non è detto, però, che tutto ciò debba essere necessariamente un male. Perché in fondo siamo stati un po’ tutti Madison Spencer, abbiamo vissuto tutti le sue paure, le sue insicurezze e il suo desiderio di “fama” e “popolarità”. E allo stesso tempo tutti abbiamo odiato una Madison Spencer, perché anche noi, come lei, avremmo voluto due genitori famosi, una vita (apparentemente) perfetta e una quantità di denaro sufficiente a soddisfare un qualsivoglia bisogno terziario. Dunque, in soldoni, Madison Spencer è la protagonista di un romanzo ideale, perché riesce a catturare l’attenzione del lettore fino alla fine dell’ultima pagina, ma ti porta a detestarla quanto basta per non farti coinvolgere troppo dalla storia, aiutando, dunque, a mantenere altissime le aspettative.

Scritto con cura, dettaglio e attenzione, e quindi lontano dallo stile crudo e scarno a cui il lettore medio-alto di Chuck Palahniuk era abituato, Dannazione può essere benissimo un romanzo di formazione (per i contenuti buonisti che, purtroppo, contiene), ma anche uno di quei libri che leggi mentre sei sull’autobus, prima di andare a scuola, all’università o al lavoro. È un libro che potrebbe farvi storcere il naso, forse, e il più delle volte lo farà, perché il cinismo che vi aspetterete da Madison (e che spesso lei mostrerà nel corso della storia) si trasformerà, invece, in richieste d’attenzione di una giovane adolescente a cui è stato tolto il diritto a vivere.

In definitiva: tutti quelli che a malapena conoscono i primi romanzi del buon vecchio Chuck dovrebbero evitare di leggere questo libro, perché non incontrerà mai i loro gusti e deluderà certamente le loro aspettative. Quelli, invece, che non lo conoscono e sono alla ricerca di un buon romanzo con cui passare del tempo, beh… Possono trovare in Dannazione il palliativo perfetto per colmare la loro solitudine.

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