Il cinema ha la straordinaria capacità di dare un volto a quei mostri, fisici e mentali, creati dalla nostra immaginazione.
Perché, quindi, non esplorare, pagina dopo pagina, quelli che sono i Mostri più famosi della storia del Cinema?
I Mostri al Cinema è un libro che ripercorre, con la sua galleria d’immagini, l’orrore sotto le fattezze più svariate, dai mostri fisici e imponenti che sono entrati nell’immaginario collettivo, come Frankenstein, King Kong, a creature spaventose e inquietanti, come ad esempio Dracula, sino a personaggi disturbanti per via delle loro turbe psichiche, come Elephant Man.
Lo studioso francese Eric Dufour, autore del tomo, affronta quello che è il tema centrale, cioè il “mostro”, con l’ausilio di immagini e locandine cinematografiche, colui che risulta essere ripugnante ma, al contempo – per certi versi – attraente.
Il Mostro può avere un aspetto rivoltante, come ad esempio i citati Freaks, dietro cui si cela invece l’innocenza e la bontà d’animo o, al contrario, essere affascinante, come Dracula, nascondendo però abissi di malignità infinita.
L’opera si divide in quattro parti, dapprima delineando la natura di mostro, fisica o interiore, con le sue ossessioni e perversioni, passando in seguito nelle altre due sezioni a descrivere l’uso delle tecniche, costumi, trucchi, per la raffigurazione del mostro e le scenografie create, sino al mostrare locandine e trailer il cui compito sarebbe quello di catturare l’attenzione del pubblico, spiegando il forte legame dei codici narrativi creati per adescare lo spettatore con componenti cariche di erotismo.
Il fulcro di tutto, su cui vuol farci riflettere l’autore, è come spesso l’ ”apparenza inganni”: i veri Mostri potrebbero essere le persone più normali nell’aspetto fisico ma celare, diversamente, intenti malvagi.
About Valentina Colli
Appassionata di cinema e letteratura horror da quando ne ha memoria, feticista nel collezionare tutto ciò che fa parte di questo mondo. Cercando di districarsi da questa contorta e oscura ragnatela, ne è rimasta intrappolata del tutto, fondendosi inevitabilmente con essa, ostentando l’ossimoro di sé.