Prodotto di facile consumo, talmente cialtrone da diventare quasi simpatico.
Un gruppo di giovani in gita con un camper in Irlanda, si ritrova braccato da un essere preistorico e da una comunità di violenti bifolchi che non esiteranno a massacrarli uno per uno per mantenere il segreto riposto nella foresta.
Con la SyFy di mezzo non c’è da stare tranquilli. Questo già di per sè dovrebbe essere un avvertimento, perché chi conosce, anche superficialmente, la qualità standard dei prodotti SyFy sa perfettamente a cosa si sta per andare incontro. Questo Roadkill è un filmetto pensato e girato per lo sfruttamento televisivo che rispetta in pieno i comandamenti della Syfy, cioè pochi soldi, effetti speciali ridicoli, attori un tanto al chilo e trama ispirata alle gloriose e affascinanti pellicole dei settanta ( o dei sessanta, perché no), in cui i “mostri” sono animali giganti che hanno come unico scopo il massacro totale della razza umana, titoli cult come Il Cibo degli Dei (1976) dello specialista Bert I. Gordon, The Giant Spiders Invasion (1975) di Bill Rebane fino a La Nebbia degli Orrori (Lost Continent, 1968) del grande Michael Carreras.
Trasmesso in America il 23 aprile 2011, il parto di Roberts mantiene tutte le promesse, non vi preoccupate. Brutto, molto brutto, che fa quasi pena il dover parlarne male ad ogni costo. Un gruppo di ragazzi in gita con il camper si avventurano per la lande irlandesi solo per finire inseguiti da un gruppo di bifolchi, a cui hanno investito la Maga dei Tarocchi, e , soprattutto, braccati da una specie di aquila gigante degenerata che li scanna ad uno ad uno. Fine.
Prodotto di facile consumo, senza dubbio, talmente cialtrone, ignorante e riscaldato da diventare quasi simpatico, per compassione, agli occhi dell’appassionato che si domanda per quale motivo vengano girati simili “freaks” catodici. Roberts, che aveva già prodotto cose come Darkunters (2004) ma anche un film girato almeno dignitosamente, si parla di F (2010) con David Schoefield, si deve adeguare ad un budget miserrimo, la fetta più cospicua del quale sarà sicuramente finita nelle tasche del povero Stephen Rea, attore in grossa crisi, il cui nome viene strillato nei titoli di testa, ma che in realtà partecipa a due pose due, per essere alla fine investito e ucciso senza tanti rimpianti. Qualche discreta inquadratura nei boschi e la faccia da alcolizzato cronico del bravo caratterista Ned Dennehy risplendono, si fa per dire, nel gran marasma cazzaro/televisivo/terzomondista di questa produzione SyFy, paladina indefessa del cinema(?) degenere che continua imperterrita e a testa alta a propinare film brutti e indifendibili sbattendosene allegramente le palle della grammatica cinematografica. Prendere o lasciare. Certo l’aquila spennacchiata realizzata in computer grafica entra prepotentemente nel pantheon “scult” di ogni epoca, tra i “capolavori” assoluti della SyFy insieme al cormaniano Sharktopus. Immondo.
httpv://www.youtube.com/watch?v=LkyNsHCCy74
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