Demon’s Twilight è un film che non terrorizza, al massimo annoia, micidiale come passaparola per un futuro roseo dietro la macchina da presa.
Un gruppo di studenti universitari decide di girare un documentario sulle cause psicologiche che porterebbero a una forma di possessione demoniaca. I ragazzi resteranno però intrappolati nel loro gioco di suggestione con effetti tragicamente imprevisti.
Alla genesi dell’idea che diventerà Non si sevizia un Paperino, thriller culto degli anni 70, c’era l’ambizione di raccontare una storia di paganesimo in una città come Torino. La presenza di una fabbrica importante come la Fiat, ma soprattutto l’accalcarsi di operai venuti da tutt’Italia avrebbe creato uno strano humus di credenze e superstizioni disparate in un contesto di modernità quasi disturbante nel suo parossismo. Alla fine la produzione non osò tanto ripiegando in un luogo non luogo situato in un Paese non meglio definito della Lucania, anche se, l’idea ferocissima, di un passato camuffato da moderno, fu sbattuto in faccia al beota pubblico dell’epoca con l’omicidio spiazzante della magiara Florinda Bolkan ad un passo dal progresso, una trafficata autostrada di famigliole felico ed omertà. L’idea di una Torino magica, una Torino con retaggi di riti segreti, pagani, ancestrali, è alla base di molti film, tra cui questo nuovo Demon’s Twilight. L’idea sovrasta il titolo orribile e non mancano buoni momenti di tensione, in una storia alla lunga stancante, noiosa e resa poco appassionante da interpretazioni pedestri e personaggi appena abbozzati.
E’ un peccato perchè l’esordiente Lagna ha una buona mano, penso alla scena di bellezza baviana all’interno del cimitero, ma nulla può contro un cattivo montaggio che distrugge in parte il suo lavoro, e da il se’ stesso sceneggiatore molto meno dotato. Demon’s Twilight non riesce davvero ad appassionare mai, forse a causa di personaggi insapori che vogliono essere forzatamente interessanti nel loro apparire macchiettisticamente belli, ricchi e dannati. Spaventa che questi viziati figli di papà, senza neppure l’umorismo della generazione zero di Brett Easton Ellis, siano il nostro futuro. I giovani raccontati da Federico Lagna sono a un passo dalla parodia mocciana: bevono vino prezioso al posto di birre, vanno in discoteche gotiche a fingere uno split badeuleriano da Baci Perugina, sorridono poco per essere tremendamente cool. Si pecca di umanità nella rappresentazione dei personaggi e quindi di immedesimazione impossibile da parte di un gruppo adulto e difficile per quello più giovane. Alla fine poi il registro dell’opera accarezza il mockumentary senza avere il coragio di affrontarlo fino in fondo e risultando nè terrorizzante nè sexy, malgrado un paio di tette al vento, in un plot di disarmante superficialità.
Un po’ dispiace perchè in alcuni momenti si intravede la mano di un autore sicuramente promettente, ma troppo acerbo ancora per dire qualcosa di nuovo soprattutto senza l’ausilio di un vero sceneggiatore. Demon’s Twilight è un film che non terrorizza, al massimo annoia, micidiale come passaparola per un futuro roseo dietro la macchina da presa. Peccato.
httpv://www.youtube.com/watch?v=LdM4Rf-XY8s
Si fanno molte ipotesi sulla sua genesi, tutte comunque deliranti. Quel che è certo è che ama l’horror e vive di horror, anche se molte volte ad affascinarlo sono le produzioni più becere. “Esteta del miserabile cinematografico” si autodefinisce, ma la realtà è che è sensibile a tette e sangue.
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