Alta tensione è un film che disturba. Intendiamoci bene: non è assolutamente un capolavoro, zeppo com’è di citazioni e di déjà vu che rimandano a pellicole di ben altro spessore, ma può vantare una costruzione “ansiogena” che bene si attaglia al titolo.
E’ vero che i buchi della sceneggiatura e le domande inespresse che restano alla fine della pellicola sono tante e tali da non permetterne le lodi sperticate, ma tant’è. Il suo dovere lo fa fino in fondo. E se il suo dovere è di spaventare lo spettatore, di farlo restare con il fiato sospeso fino alla fine, in barba a qualsiasi sospensione dell’incredulità, allora questo film raggiunge il risultato prefissato.
Alcune scene sono da manuale, per la capacità di incutere ansia e, per l’appunto, tensione: mi riferisco a quella girata nei bagni della stazione di servizio, da guardare tenendo stretta la mano di chi è seduto vicino a voi, con i nervi tesi allo spasimo e pronti a saltare sulla sedia al minimo rumore, o alle scene subito successive all’inizio (in cui il pathos è amplificato da una fellatio davvero particolare, anche se priva di senso nella struttura della trama).
Ovviamente le pecche di questo film balzano agli occhi dei cultori del genere: un finale tirato troppo per le lunghe, e privo di una sua credibilità (anche se il sangue profuso a piene mani, come nei bei film di un tempo, può saziare l’appetito di più di un appassionato di splatter) e alcune scene che si fa fatica a giustificare nell’economia del racconto sono i punti deboli della pellicola, che ha però almeno il merito di affrancarsi da molte insulse proposte dei film americani.
Di particolare impatto, e meritevole di altre attenzioni, la colonna sonora, che alterna pezzi minimalisti a canzoni come “Sarà perché ti amo” dei nostrani Ricchi e Poveri, che impongono un effetto straniante a tutta la pellicola, riuscendo a essere, nel contempo, avulse dal contesto ma perfettamente in tema.
Il regista della pellicola è Alexandre Aja, e sempre di Aia è la sceneggiatura, stesa a quattro mani con Grègori Levasseur.
Le protagoniste del film sono Marie (Cècile de France) e Alex (Maiwenn Le Besco), di cui si possono ricordare un paio di cammeo in “Leon” e “Il Quinto elemento” di Luc Besson.
Sono due amiche che decidono di recarsi nella casa in campagna che hanno i genitori di Alex, per dedicarsi a un weekend di studio in vista degli esami.
La casa è spersa nelle campagne francesi, in una zona rurale in cui i campi di mais fanno da cornice alla natura circostante.
In quest’ambiente bucolico, la notte del loro arrivo alla casa, la follia fa la sua comparsa.
Un uomo suona alla porta della casa dei genitori di Alex, e dopo avere sterminato, con crudeltà efferata, la famiglia della ragazza (padre, madre e il piccolo fratello) rapisce Alex, caricandola nel suo scassato furgone.
Marie è riuscita a sfuggire alla furia omicida dell’uomo, e non abbandona Alex. Riesce a salire sul camioncino, e comincia così il suo viaggio infernale.
I primi quaranta minuti del film possono sembrare ispirati dal romanzo di Koontz “Intensity”, per la similitudine della trama: poi il film vira in maniera improvvisa nei territori del thriller psicologico, di cui ci sono ottimi esempi nella cinematografia, come “Identità” o “Madhouse”.
Particolari sono anche le modalità di ripresa di questo film, che alternano in maniera “furba” inquadrature in soggettiva e riprese con la steadycam, in modo da aumentare la capacità d’immedesimazione dello spettatore.
Come si diceva, il fatto che nel film il sangue scorra a fiumi e che le mutilazioni non siano solo “suggerite” ma che siano inquadrate in tutta la loro efferatezza rappresenta una delle cose positive di questo film: i trucchi sono opera di Giannetto De Rossi, il nostrano mago degli effetti speciali che ha collaborato anche con il grande Lucio Fulci.
Nel complesso questo è un film che vi darà delle soddisfazioni, soprattutto se non farete più di tanto caso alle incongruenze della trama: si consiglia di guardarlo in una sera di temporale, nel divano di casa e in dolce compagnia, onde poterne godere in seguito le richieste di rassicurazione…
httpv://www.youtube.com/watch?v=OxBDySJulbI
About Giuliano Fiocco
Ha visto nascere Horror.it, e l’ha accudito per lungo tempo assieme ad Andrea. Adesso la vita gli lascia poco tempo per le passioni, ma in un angolo oscuro del cuore rimane in agguato la voglia di scrivere. Ha scritto un romanzo, da cui è stato tratto un film, in fase di produzione.